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Le banalità di Deaglio.Sulla storia di Perlasca-Claudio Mutti
(troppo vecchio per rispondere)
Artamano
2007-08-19 20:44:45 UTC
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Le banalità di Deaglio

LE BANALITÀ DI DEAGLIO
Se si vuole capire subito quale sia il grado di attendibilità del
libro di Enrico Deaglio intitolato La banalità del bene. Storia di Giorgio
Perlasca, (Feltrinelli, Milano 2002), bisogna cominciare con l'esaminarne la
parte intitolata "Notizie sparse dal dopoguerra".

Si tratta di un'appendice alquanto raccogliticcia, nella quale
è contenuta la bibliografia che Deaglio vuol far credere di aver consultata.
Il primo riferimento bibliografico consiste in quel "bel ritratto della vita
a Budapest in un quartiere ebraico durante la guerra" che è costituito dai
libri di Giorgio e Nicola Pressburger. (Per chi non lo sapesse, i gemelli
Pressburger arrivarono in Italia nel 1956. Nicola, ora defunto, fece
ovviamente una rapida carriera nel giornalismo, mentre Giorgio dirige oggi
l'Istituto Italiano di Cultura nella capitale ungherese ed è celebre per
avere stabilito che "la cultura italiana è Benigni, non Ariosto"). Tra i
libri dei Pressburger citati da Deaglio è degno di menzione quello in cui
viene ricordato con accenti commossi l'Inno alla merda (sic), composto da
uno dei due gemelli per rendere omaggio "con parole solenni alla materia che
domina il mondo, provoca le gioie più lievi e il dolore più
profondo"(L'elefante verde, Marietti, Genova 1988, p. 73).

Passando dalla coprolalia alla storiografia, tra i "pochi libri di
storia che trattano dell'Ungheria durante la seconda guerra mondiale"Deaglio
cita I falsi fascismi di Mariano Ambri, L'epoca delle rivoluzioni nazionali
di Michele Rallo e Roma-Berlino-Salò di Filippo Anfuso. Di Ferenc Szálasi
viene citato soltanto il Discorso agli intellettuali (in un "Quaderno del
Veltro" del 1977), ma vengono ignorati i discorsi contenuti in Kitartás!
(Ed. di Ar, 1974) e anche il più recente Diario dal carcere
(All'insegna del Veltro, 1997).
Più che ovvia la poca familiarità dello "storico" Deaglio con la
pubblicistica crocefrecciata; ma neanche con la saggistica
liberaldemocratica egli sembra trovarsi a suo agio. Di István Bibó,
infatti, viene citata l'edizione francese (L'Harmattan 1986) del saggio
sulla Miseria dei piccoli Stati dell'Europa occidentale. È comprensibile che
non venga citata l'edizione italiana (Il Mulino 1994), che tra l'altro è
stata finanziata da un ente filantropico non ignoto a Deaglio, ossia la
Fondazione Soros; ciò è dovuto al fatto che la prima edizione della Banalità
di Deaglio risale al 1991 e le edizioni successive (fino all'undicesima del
2002) non sono più state aggiornate. Ma è evidente che Deaglio non ha letto
neanche l'edizione francese da lui citata, perché egli scrive,
testualmente,che il libro di István Bibó contiene una "riflessione sugli
avvenimenti ungheresi, con particolare riguardo all'antisemitismo". Di un
particolare riguardo all'antisemitismo, invece, nel saggio di Bibó non c'è
neanche l'ombra, nemmeno in quei capitoli (il secondo e il quarto) che
meglio si sarebbero prestati a trattare di tale argomento.

A riferimenti bibliografici così abborracciati, sommari e
disinvolti, corrisponde d'altra parte, nella Banalità del bene, una
rievocazione dei fatti storici che, per usare un eufemismo, definiremo
"giornalistica" e degna in particolare del "Diario" diretto da
Deaglio.Citiamo soltanto alcuni punti, a titolo di esempio.
A p. 35 Deaglio dice che gli ebrei venivano "accusati" dagli
Ungheresi di avere aderito alla Repubblica dei Consigli presieduta
dall'"ebreo Béla Kun". Di fronte alla parola "accusati", il lettore è
indotto a pensare che tale "accusa" non fosse necessariamente fondata, ma
procedesse da un preconcetto atteggiamento antisemita. Infatti Deaglio
evita accuratamente di dire che gli ebrei d'Ungheria avevano effettivamente
e massicciamente appoggiato la Repubblica dei Consigli, i dirigenti della
quale, d'altronde, erano quasi tutti ebrei.

Sempre a p. 35 si afferma che, dopo la prima guerra mondiale, tra i
territori ungheresi ceduti al nuovo Stato jugoslavo vi fu anche la Slovenia.
Uno studente di liceo dovrebbe sapere che nell'Impero austro-ungarico la
Slovenia era governata da Vienna, non da Budapest; Deaglio invece lo ignora.

Ancora a p. 35, l'Ungheria degli anni Venti e Trenta è un paese
"profondamente cattolico". Forse il "profondamente" è di troppo. E non solo
perché lo Stato ammetteva il divorzio; non solo perché, oltre ai cattolici
c'erano ebrei e luterani, rappresentati gli uni e gli altri alla Camera
Alta; ma anche perché in Ungheria era (ed è) molto consistente la comunità
calvinista, tant'è vero che la terza città del Paese, Debrecen, è nota come
"la Roma calvinista".

A p. 39, Deaglio dice che László József Bíró era a
Budapest,tra le due guerre, quando inventò la penna a sfera. A questo
proposito,sarebbe stato interessante precisare che Bíró ottenne il brevetto
della sua invenzione nel 1938; che iniziò a produrla in proprio negli anni
della seconda guerra mondiale, quando ormai si trovava in Argentina; che nel
1944 vendette il brevetto, per una cifra irrisoria, a uno dei suoi
finanziatori francesi; e che, in ogni caso, le prime biro arrivarono in
Europa subito dopo la guerra. Certo, se la penna a sfera fosse stata messa
in circolazione prima della guerra, non ci sarebbe nulla di troppo strano e
di troppo sospetto nel fatto che lunghi passi del Diario di Anna Frank sono
stati
scritti con la biro. Ma, purtroppo per il Diario (di Anna Frank) e per il
"Diario" (di Deaglio), le cose non andarono in questo modo.
A p. 40, Gyula Gömbös fonda il Partito della Difesa della
Razza. È falso. La formazione politica diretta da Gömbös si chiamava Unione
Ungherese di Difesa Nazionale (Magyar Országos Védelmi Egyesület). A quale
"razza" si sarebbe mai potuto richiamare un nazionalista ungherese?
Sempre a p. 40, ce n'è una un po' più grossa. Rievocando il progetto
sionista di Theodor Herzl, Deaglio menziona le "terre spopolate" della
Palestina (SIC!!!)

Alle pp. 50-51 si parla del rogo dei libri di autori ebrei decretato dal
governo ungherese nel 1944. Secondo Deaglio, "la lista comprendeva
centoventi autori ungheresi e centotrenta stranieri". A volte Deaglio mette
a confronto eventi storici interbellici ed eventi postbellici analoghi.
Stavolta però si guarda bene dal farlo, altrimenti dovrebbe parlare del rogo
dei libri "di ispirazione fascista e antidemocratica" che fu decretato il 28
aprile 1945 dal governo di Béla Miklós, il badoglio ungherese. Se la lista
dei libri proibiti compilata nel 1944 comprendeva in tutto duecentocinquanta
autori, la lista compilata dal governo democratico si estendeva per
centosettanta pagine e conteneva qualche migliaio di titoli.

A p. 59 l'emblema delle Croci Frecciate è descritto così: "il
simbolo della Corona di Santo Stefano trafitta dalle frecce, e non molto
dissimile dalla svastica hitleriana". Bisogna dire che la fantasia
iconopoietica di Deaglio è piuttosto fervida, dal momento che il simbolo
crocefrecciato, invece, consisteva più semplicemente in una croce greca con
i bracci terminanti a punta di freccia.

Ma l'argomento in cui Deaglio scatena completamente la propria fantasia è
quello della demografia ebraica in Ungheria. A p. 37 gli ebrei della
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale del
paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca alla cifra di
35.000. Invece a p. 119 gli ebrei della "Grande Ungheria" (cioè l'Ungheria
successiva all'arbitrato di Vienna, comprensiva della Transilvania del Nord)
sono valutati nella cifra di 825.000. Eppure a p. 48 ce n'erano, nel
medesimo periodo, 700.000. A p. 114, Adolf Eichmann riesce a sterminarne
5.000.000!!! Un vero e proprio miracolo, che fa il paio con quello della
penna a sfera usata da Anna Frank prima che Bíró la inventasse.

Claudio Mutti
Arduino
2007-08-19 22:35:38 UTC
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Post by Artamano
Le banalità di Deaglio
A p. 37 gli ebrei della
Post by Artamano
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale del
paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca alla cifra di
35.000.
Claudio Mutti
Di baqnalità anzi nullità vedo solo ciò che scrive Claudio Mutti.
A parte una tirata sulla biro che centra come i cavoli a merenda messa
evidentemente solo per insinuare la falsità dei diari di Anna Frank Per
il resto niente: Quanti erano i milioni, anzi i miliardi di arabi che
abitavano la palestina? Boh non si sa, basta insinuare fosse popolatissima.
Era poi una colpa aver appoggiato un tentativo rivoluzionario? Si è mai
sentito di popoli sterminati perché venti anni prima avevano appoggiato
una rivoluzione?
Ma dove Mutti profonde Tutta la sua intelligenza è nella matematica:
secondo lui, essendo il cinque per cento della popolazione ungherese,
gli ebrei dovevano essere 35.000. Peccato che la popolazione ungherese
NON fosse di settecentomila persone.
Arduino
2007-08-20 09:38:35 UTC
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Post by Artamano
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale
del paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca
alla cifra di 35.000. Claudio Mutti
Probabilmente, non saprò mai nel corso della mia vita mortale se claudio
mutti crede che gli ungheresi nel 1938 fossero settecentomila, o se
ritiene che sette milioni diviso cento per cinque dia 35.000.
In ognuno dei due casi sarebbe da nobel.
E ciò che è gravissimo, è che questo individuo è maestro di pensiero,
c'è chi lo legge traendone insegnamento.
Sarebbe già stato gravissimo se avesse commesso un simile errore en
passant, anche perché dimostrerebbe che uno che pontificia sul numero
degli ebrei assassinati non ha neppure una vaga conoscenza del loro
numero nelle varie nazioni. Ma ciò che è allucinante è che un simile
errore sia stato fatto in critica a dati di chi ne sa di più. Anche il
più asino degli asini, prima di criticare un dato matematico, se non
riesce a mente, prende penna e tacquino e esegue il conteggio, oppure
compera una calcolatrice, o meglio ancora sta zitto.
Ciao
Ad'I
martillio
2007-08-20 09:54:33 UTC
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Post by Arduino
Post by Artamano
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale
del paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca
alla cifra di 35.000. Claudio Mutti
Probabilmente, non saprò mai nel corso della mia vita mortale se claudio
mutti crede che gli ungheresi nel 1938 fossero settecentomila, o se
ritiene che sette milioni diviso cento per cinque dia 35.000.
In ognuno dei due casi sarebbe da nobel.
Va beh, non e' che un semplice refuso, 35.000 invece di 350.000?

Del Deaglio gia' conoscevo le gesta, di Mutti son dovuto andare a
cercare qualche informazione: nessuno dei due mi par, come dire, molto
moderato...
--
La Realta'
e l'idea che te ne sei fatta quante volte coincidono?
Arduino
2007-08-20 11:21:26 UTC
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Post by martillio
Post by Arduino
Post by Artamano
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale
del paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca
alla cifra di 35.000. Claudio Mutti
Probabilmente, non saprò mai nel corso della mia vita mortale se claudio
mutti crede che gli ungheresi nel 1938 fossero settecentomila, o se
ritiene che sette milioni diviso cento per cinque dia 35.000.
In ognuno dei due casi sarebbe da nobel.
Va beh, non e' che un semplice refuso, 35.000 invece di 350.000?
No: non è refuso, perché ci sviluppa un ragionamento (se erano 35.000,
in pratica trova assurdo che dopo le annessioni territorriali
divenissero 825.000 con l'annessione della Transilvania del nord (ed il
sud della Slovacchia)
Pertanto ci troviamo di fronte ad un grossolanissimo errore o storico, o
matematico.
Quanto al non essere moderati, non è obbligatorio esserlo.
Il male è se si è estremisti a favore del male.
Ciao
Ad'I
Artamano
2007-08-20 21:09:02 UTC
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Post by Arduino
Probabilmente, non saprò mai nel corso della mia vita mortale se claudio
mutti crede che gli ungheresi nel 1938 fossero settecentomila, o se
ritiene che sette milioni diviso cento per cinque dia 35.000.
In ognuno dei due casi sarebbe da nobel.
E ciò che è gravissimo, è che questo individuo è maestro di pensiero, c'è
chi lo legge traendone insegnamento.
Sarebbe già stato gravissimo se avesse commesso un simile errore en
passant, anche perché dimostrerebbe che uno che pontificia sul numero
degli ebrei assassinati non ha neppure una vaga conoscenza del loro numero
nelle varie nazioni. Ma ciò che è allucinante è che un simile errore sia
stato fatto in critica a dati di chi ne sa di più. Anche il più asino
degli asini, prima di criticare un dato matematico, se non riesce a mente,
prende penna e tacquino e esegue il conteggio, oppure compera una
calcolatrice, o meglio ancora sta zitto.
Ciao
Ad'I
tratto del libro STUDI REVISIONISTICI di Franco Deana. Edizioni GRAPHOS.
reperibile a http://www.libreriaar.it/
Le statistiche ufficiali delle popolazioni possono risultare suscettibili di
discussione quando si verificano spostamenti in massa, perché molti
trasferimenti sfuggono alle autorità di partenza e di destinazione. Quando
poi i trasferimenti sono provocati da eventi bellici o da disastri
ambientali, carestie e stragi in massa delle popolazioni nemiche, ogni
rilevarnento statistico diventa quasi impossibile.

Si consideri anche che, dopo la seconda guerra mondiale, le statistiche
europee avrebbero dovuto valutare i trasferimenti, le stragi in massa, in
presenza dei contrapposti interessi al gonfiamento delle stragi subite e
all'occultamento di quelle effettuate.

Le difficoltà aumentano nelle statistiche postbelliche delle popolazioni
ebraiche, per essere queste ultime soggette a frequenti spostamenti
volontari o forzati, e per essere inoltre interessate a non figurare nei
censimenti onde evitare di allarmare i paesi ospitanti.

Si ritengono più attendibili di quelle postbelliche le statistiche
precedenti la seconda guerra mondiale, e particolarmente quelle relative
all'effettiva consistenza di una determinata etnia o di una determinata
confessione religiosa. Comunque, è necessario interpretare razionalmente e
confrontare le statistiche esistenti.

Secondo il Calendario Atlante De Agostini, nel 1940, su una popolazione
mondiale di 2,155 miliardi, 2,045 miliardi di uomini aderivano a una delle
più importanti religioni, e solo 110 milioni, il 5%, erano "pagani o senza
religione".

Nel 1991 su una popolazione mondiale di 5,094 miliardi, sono stati censiti
come aderenti a una delle grandi religioni 3,582 miliardi di uomini, fra i
quali 18 milioni di ebrei, e il resto, cioè 1,512 miliardi, il 30%, come
confessanti altre religioni o atei.

Dunque, gli aderenti ad altre religioni e agnostici o atei, censiti dal 1940
al 1991, sono aumentati dal 5 al 30%; anche se si è verificato un aumento
dei membri di nuove sette cristiane, ecc., è evidente che è molto aumentata
la massa degli agnostici o degli atei.




Popolazione ebraica


Sempre secondo il Calendario Atlante De Agostini (edd. degli anni citati),
gli israeliti (ebrei) nel mondo erano:


1904 9.000.000

1914 12.000.000

1920 13.000.000

1940 16.600.000

Essi erano aumentati quindi dell'84,4% in 36 anni. Queste statistiche si
devono ritenere attendibili in quanto non influenzate dalle ricadute
politiche e sociali delle perdite avvenute durante la seconda guerra
mondiale.


1) Popolazione ebraica negli Stati Uniti


Esaminiamo ora le statistiche degli ebrei presenti negli USA, loro paese di
elezione, giacché vi si è trasferita la maggior parte delle loro
popolazioni. Non per niente New York era ed è la più grande città ebraica
del mondo (nel 1940, su una popolazione di 7 milioni di abitanti, vi erano
2,5 milioni di ebrei).

L'edizione del 1991 del Calendario chiarisce che in America esistono
"statistiche tenute dalle varie Chiese, nelle quali però sono compresi
[solo] gli ufficialmente iscritti e praticanti" (p. 586).

Gli ebrei "ufficialmente iscritti" nei registri sinagogali e in documenti
del genere negli USA erano:

ANNO
milioni

1940
4,65 (p. 40)

1948
4+5 (p. 395)

1952 5

1955
5,5
1964
5,6

1969
5,87
1975
6,115
1980
5,92

1983
5,728

1986
5,814

1987
5,944

1988
5,935

1991
5,981

Quindi dal 1940 al 1991, in 51 anni, gli ebrei sarebbero aumentati solo da
4,65 a 5,981 milioni e sarebbero addirittura diminuiti rispetto al 1975,
malgrado l'aumento naturale della popolazione e i milioni di ebrei immigrati
dall'ex Unione Sovietica e dall'Europa.

Anche se New York era il comune porto di sbarco degli immigrati europei e se
gli ebrei preferivano stabilirsi nelle grandi città, la sproporzione fra i
2,5 milioni di residenti ebrei a New York nel 1938-40 e i 2,15 milioni di
residenti ebrei nel resto del paese è troppo elevata e fa pensare a una
sottostima, anche perché era più facile censire gli immigrati a New York,
dato che altrove spesso essi erano in transito.

Evidentemente l'effettiva popolazione ebraica è molto maggiore (è ciò che
pensava Arthur Koestler e ciò che pensa oggi Norman Finkelstein). Per
valutarla calcoliamo un aumento naturale dal 1940 al 1991 proporzionale a
quello verificatosi dal 1904 al 1940, e cioè 4,65 x 1,844 x 51 / 36 = 12,15
milioni circa. Anche se dopo il 1940 si fosse verificato un calo nella
natalità, esso doveva venir compensato dalla diminuita mortalità per
malattie.

Per un riscontro ci riferiamo all'accrescimento annuo della popolazione in
Israele, accrescimento che nel 1987 è stato del 2,27 - 0,67 = 1,60% annuo
(p. 357). Calcolando lo stesso aumento per la popolazione ebraica negli USA,
risulterebbe una popolazione attuale di circa 10,45 milioni.

Tuttavia si osserva che il coefficiente di aumento della popolazione ebraica
negli USA potrebbe essere maggiore se rispondesse al vero quanto dichiarato
il 16 agosto 1963 dal presidente israeliano David Ben Gurion: la popolazione
ebraica negli USA, ufficialmente di 5,6 milioni, non era inferiore ai 9
milioni (in R. Harwood, Ne sono davvero morti sei milioni?, Genova,2000, p.
33). I 9 milioni del 1963, con l'incremento naturale dell'1,6% annuo,
sarebbero diventati 14 milioni nel 1991.


2) Emigrazione dall'URSS


Secondo il "Jerusalem Report" del maggio 1995 la popolazione ebraica
nell'Unione Sovietica, dal 1946 al 1995, si era ridotta da 4,6 a 1,24
milioni. Tenendo conto dell'aumento naturale della popolazione, si può
stimare che 5 milioni di ebrei siano emigrati negli USA o in Israele, la cui
popolazione ebraica nello stesso periodo è globalmente aumentata di circa 3
milioni.

Si può quindi stimare che 2 milioni di ebrei sovietici siano emigrati in
America, direttamente o transitando per Israele. Si tenga anche presente
che, fino al 1978, su 35.000 nordamericani o canadesi emigrati in Israele,
solo 5.400 vi si stabilirono, ritenendo gli altri più utile per Israele la
loro attività negli USA. Evidentemente l'emigrazione dal Nord America verso
Israele è trascurabile (si veda Roger Garaudy, I miti fondatori della
politica israeliana, Genova, 1996, p. 133).




3) Emigrazione dall'Europa e altri paesi fra il 1974 e il 1991


Nel 1974 (anno preso a caso) e nel 1991 le popolazioni ebraiche nei vari
Stati (esclusi Israele, Stati Uniti e Unione Sovietica) risultavano
2.744.682 e 2.876.872 unità, con un aumento di 132.190. Applicando alle
relative popolazioni l'aumento dell'1,6% registrato in Israele, i 2.744.682
del 1971 sarebbero diventati nel 1991 circa 3.595.000, cioè sarebbero
aumentati di 0,85 milioni, di cui oltre 0,72 milioni evidentemente enúgrati
negli USA (si veda, più avanti, la tabella delle popolazioni ebraiche).




4) Emigrazione dall'Europa dal 1946 al 1973


Il confronto con le popolazioni registrate nel 1991 è stato limitato al 1974
e non è stato esteso agli anni dei dopoguerra perché le statistiche
diventavano sempre più incomplete e con variazioni di non lieve entità nel
giro di pochi anni. Per esempio, dal 1956 al 1974 le popolazioni ebraiche
risultavano aumentate in Francia da 150.000 a 520.000 (per l'afflusso di
ebrei dall'Algeria), in Gran Bretagna da 300.000 a 450.000, mentre in
Romania c'era stato un calo da 700.000 a 120.000, in Ungheria da 400.000 a
43.000, in Polonia da 80.000 a 12.000, in Olanda da 44.000 a 23.000.


Come si spiegano queste riduzioni? E la Romania, l'Ungheria e la Polonia non
erano separate dal resto dell'Europa dalla cortina di ferro? Eppure è noto
che soprattutto nei 27 anni che corrono dal 1946 al 1973 l'immigrazione
ebraica negli USA è stata notevole e potrebbe spiegare qualche variazione
statistica. Anche se fosse stata percentualmente della stessa entità di
quella calcolata fra il 1974 e il 1991, risulterebbe di 0,72 x 27 / 17 =
1,14 milioni.


Stima della polazione ebraica mondiale

In totale, la popolazione ebraica negli USA calcolata ai par. 1 , 2 , 3 e
4 risulta di 12,15 + 2 + 0,72 + 1,14 = 16,01 milioni, con uno scarto fra
quella censita e quella stirnata di 2,67 milioni.

Se la popolazione ebraica del resto del mondo fosse stata sottostimata nella
stessa proporzione, nel 1991 risulterebbe una maggiore popolazione mondiale
di 2.876.872 x 1,67 = 4,8 milioni; ma questa è un'ipotesi priva di
riscontri.

Arbitrariamente valuteremo in altri 2 milioni la popolazione ebraica non
censita.

In conclusione la popolazione ebraica mondiale nel 1991 risultava la
seguente (in milioni):

Stima popolazione ebraica negli USA
16,01

Popolazione nell'ex URSS
1,2

Popolazione negli altri paesi al 1991
2,9

Popolazione ebraica in Israele
3,6

Sottostima negli altri Paesi
2

Possibile emigrazione negli USAfra il 1946 e il 1973
1,14

Totale
25,71

(Cfr. Eugenio Saraceni, Breve storia degli ebrei, 1979, il quale scrive che
gli ebrei rappresentano solo "il 5 per mille della popolazione mondiale",
dato corrispondente a una popolazione ebraica di 21,74 milioni nel 1979 e 25
milioni nel 1991. )

L'aumento risulta incompatibile con la morte di 6 milioni di ebrei, in
quanto questa avrebbe ridotto il loro numero sul piano mondiale nel 1945 a
10,6 milioni. Wiesenthal ha dichiarato il 2 maggio 1982 al "Post" che
nei lager nazisti sarebbero morti 11 milioni di ebrei. A prendere per buona
questa cifra, gli ebrei sopravvissuti sarebbero stati poco più di 5 milioni!
(nota: Si noti che il "New York Times" del 15 febbraio 1948 valutava gli
ebrei nel mondo tra 15.600.000 e 18.700.000 come cit. in R. Harwood,
Auschwitz o della soluzione finale, Milano, 1978, p. 9).

Le statistiche si arrestano al 1991 perché proprio in quell'anno un
periodico aveva pubblicato un testo in cui il qui scrivente sosteneva che,
se gli ebrei considerati tali per confessione religiosa erano 18 milioni
(Calendario Atlante, p. 26), quelli considerati (o da considerare) tali per
appartenenza etnica, cioè per appartenenza a un gruppo definito dal possesso
di certi tratti culturali, dovevano essere più numerosi.


Dal 1992 al 1999 la tabella degli aderenti alle grandi religioni è stata
omessa nelle edizioni del Calendario Atlante ed è stata reinserita in quella
del 2000. Mettiamo a confronto le cifre (rispettivamente pp. 26 e 38):


1991
2000



Cattolici 952.000.000
1.047.000.000

Protestanti 556.000.000
360.000.000

Ortodossi 162.000.000
226.000.000

altri (anglicani)
341.000.000

Musulmani 881.000.000
1.142.000.000

Ebrei 18.000.000
15.300.000

Buddisti 312.000.000
354.500.000

Induisti 663.000.000
746.000.000

Altri 38.000.000
22.000.000

totale 3.582.000.000
4.253.800.000



Come si vede, dal 1991 al 2000, il numero degli aderenti alle grandi
religioni è aumentato, eccezion fatta per gli ebrei, che sono (sarebbero)
diminuiti.

In questi anni non ci sono state conversioni in massa o stermini di ebrei;
evidentemente sono state eseguite rielaborazioni statistiche.

La riduzione da 18 a 15,3 milioni del numero degli ebrei si può giustificare
col fatto che la prima cifra si riferiva a tutti gli ebrei e la seconda solo
a quelli praticanti, e a conferma si nota che lo stesso Calendario Atlante
riporta la cifra di 17.981.460 ebrei in tutto il mondo (p. 357). Tuttavia
ricordiamo che dai calcoli prima svolti la popolazione ebraica negli USA
risultava di 16,01 milioni; e questi 16,01 milioni, sommati ai 3.481.400 di
abitanti ebrei di Israele, davano già un totale superiore ai 18.000.000, e
ciò, dunque, senza tener conto del resto del mondo.

Si noti che il "Daily Express" del 1 maggio 1945 in un articolo di un
corrispondente aveva riferito che nel campo di Dachau negli ultimi mesi
erano morti di fame e malattie 13.000 prigionieri e ne erano stati liberati
32.000, affamati. E il "Daily Mail" del 2 maggio dello stesso anno aveva
scritto:


Da quando gli Alleati hanno invaso la Germania sono stati liberati più di
2,5 milioni di esuli, profughi e prigionieri di guerra che risultavano nelle
liste SHAEF, settore profughi (displaced persons). Si ritiene che sotto
controllo tedesco ci siano ancora da 3 a 6 milioni di profughi.


Quindi la maggior parte degli internati era viva e fu liberata; e ciò vale
anche per gli internati ebrei.


(Nella pagina che segue il lettore trova la tabella delle popolazioni
ebraiche 1974-1991 con esclusione di Stati Uniti, Israele e Unione
Sovietica.)

Popolazioni ebraiche (1974-1991) con esclusione di Stati Uniti, Israele e
Unione Sovietica

Nazione 1974 1991
+ -



Austria 12.000 12.000

Belgio 41.000
000 - 6.000

Cecoslovacchia 15.000
- 9.000

Danimarca 6.000
- 2.383

Finlandia 1.280
1 - 309

Francia 520.000 650.000
+ 130.000

Germania 31.700
- 4.148

Gran Bretagna 450.000 450.000

Grecia 6.500
0 - 1.500

Irlanda 3.255
7 -1.128

Italia 35.000 35.000

Iugoslavia 7.000 7.000

Liechtenstein 25
- 3

Lussemburgo 643 699
+ 56

Norvegia 855 1.044
+ 189

Olanda 23.000

Polonia 12.000 12.000

Romania 120.000 120.000

Spagna 7.000 7.000

Svezia 13.000 16.000
+ 3.000

Svizzera 20.744
860 - 884

Ungheria 43.000 43.000

Afghanistan 800 800

India 16.000 16.000

Iran 68.000 80.000
+ 12.000

Iraq 2.500 2.500

Libano 6.000 6.000

Siria 4.000

Turchia 38.000 38.000

Algeria 1.000

Tunisia 23.000 23.000

Marocco 70.000
0.000 - 30.000

Sudafrica 114.762 125.000
+ 10.238

Zaire 1.500 1.500

Zimbabwe 6.000

Canada 254.368 296.425
+ 42.057

Costarica 1.500 1.500

Giamaica 600

Messico 100.750
4 - 19.016

Argentina 450.000 500.000
+ 50.000

Brasile 140.000
119.000 - 21.000

Cile 30.000 30.000

Uruguay 50.000 50.000

Nuova Zelanda 5.000
- 1.079

Totale 2.744.682 2.876.872
+ 132.190





Altre notizie statistiche



Il mito dello sterminio ebraico non solo è incompatibile con le precedenti
valutazioni statistiche, ma è contraddetto anche da dati fomiti subito dopo
la seconda guerra mondiale.


1)

Popolazioni ebraiche secondo Léon Poliakov e Josef Wulf (Das Dritte Reich
und die Juden, Berlin, 1955, p. 229)


1939
1945

URSS(zoneoccupate) 2.100.000
1.500.000

Germania 210.000
170.000

Austria 60.000
40.000

Ungheria 404.000
200.000

2)
Ebrei in Europa nel 1947 - Congresso Ebraico Mondiale (Calendario Atlante De
Agostini, 1952, p. 46)


URSS 2.000.000

Romania 410.000

Gran Bretagna 390.000

Francia 180.000

Germania 198.000

Ungheria 190.000

Polonia 90.000

Italia 55.000

Bulgaria 49.000

Cecoslovacchia 48.000

Austria 45.500

Belgio 40.000

Altri 137.500

Totale 3.833.000



3)



Popolazione ebraica in Europa secondo la Commissione Anglo-Americana
sull'ebraismo mondiale e la Palestina, Losanna 20 aprile 1946 (Enciclopedia
Treccani,Aggiornamento 1938-48 ,I, 1948, p. 813)




1939
1946



Albania 200
300

Austria 60.000
15.000

Belgio 90.000
33.000

Bulgaria 50.000
45.000

Cecoslovacchia 315.000
65.000

Danimarca 7.000
5.500

Finlandia 2.000
1.800

Francia 320.000
180.000

Germania 215.000
94.000

Grecia 75.000
10.000

Italia 50.000
46.000

Jugoslavia 75.000
11.000

Lussemburgo 3.500
500

Norvegia 2.000
1.000

Olanda 150.000
30.000

Polonia 3.351.000
80.000

Romania 850.000
336.000

Ungheria 400.000
200.000
totale 6.015.700
1.153.000




4)

Il 30 giugno 1965 il giomale ebraico di New York "Der Aufbau" ha riferito
che 3.375.000 persone avevano presentato domanda di riparazioni per i danni
subiti durante il nazismo (in R. Garaudy, op. cit., p. 68).

Il giomalista americano A. Doksen Marcus, in una corrispondenza da
Gerusalemme del marzo 1993, aveva calcolato che gli ebrei cittadini di
Israele reduci dell' olocausto erano 300.000 (si veda "Il Borghese", 18
luglio 1993). Questo, 48 anni dopo la fine della guerra. Considerando la
mortalità, i profughi dalla Germania stati almeno il doppio. A questi si
devono aggiungere gli ancor più numerosi ebrei emigrati negli USA
attraverso Israele.

L'espulsione degli ebrei dalla Germania era iniziata subito dopo il 1933, e
"nel luglio 1939, su 560.000 ebrei non ne restavano vivi in Germania che
215.000" (Emil Ludwig, La conquista morale della Germania, Milano, 1948, p.
123). L'espulsione era proseguita dopo lo scoppio della guerra, attraverso i
paesi neutrali, anche se con crescenti difficoltà perché nessuno li voleva,
come documenta il libro "Ebrei in vendita? " di Yehuda Bauer (Milano, 1998).

Secondo l'indagine del Congresso Ebraico Mondiale, nel 1947 in Germania gli
ebrei erano ancora 198.000, cioè poco meno che nel 1939, ma va tenuto
presente il fatto che ne erano affluiti moltissimi dall'Europa orientale a
partire dal 1945.

Se ci fosse stato un piano di sterminio in massa, logicamente le prime
vittime sarebbero stati gli ebrei tedeschi in quanto erano i primi a
disposizione e i più detestati, come sostiene Goldhagen. Si può ipotizzare
che gli ebrei emigrati negli Stati Uniti o in Palestina prima della guerra
siano rientrati nella Germania distrutta, immiserita, sotto la protezione
dell'esercito alleato, nel 1946?

Al massimo poteva rientrare qualche capofarniglia per tentare di far valere
le proprie ragioni e compiere le proprie vendette, ma non è credibile il
rientro, di intere famiglie emigrate da 5 -10 anni. Quanto al ritomo degli
ebrei che si erano rifugiati in Unione Sovietica, come risulta dalle
testimonianze citate più avanti, si è verificato parecchio tempo dopo.

Invece gli ebrei in Polonia erano 3.315.000 nel 1939 e 90.000 nel 1947. Non
è credibile che i tedeschi abbiano voluto sterminare solo gli ebrei
polacchi. Non sarebbe stato necessario, del resto, che agissero
direttamente. Vi avrebbero provveduto gli stessi polacchi. Sarebbe bastato
lasciarli liberi di agire.

Come è stato documentato anche da Rudi Assuntino e Wlodek Goldkorn nel libro
" Il guardiano. Marek Edelmann racconta "(Palermo, 1998), il 4 luglio 1946 a
Kielce, in Polonia, si verificò un pogrom che provocò la fuga in Germania di
150.000 ebrei (quelli che sarebbero stati inviati già precedentemente nelle
camere a gas), creando imbarazzo alle autorità alleate. Furono fatti
emigrare a tempo di primato negli USA o in Palestina. Evidentemente il
numero degli ebrei sopravvissuti era molto superiore a quello ufficiale. E'
logico pensare, inoltre, che gli ebrei non fossero fuggiti solo nella
Germania occidentale e che complessivamente fossero di più.

Si ritiene che questi ebrei in transito non siano da includere nel numero di
quelli sopravvissuti in Germania, in quanto la loro stima era datata 2
aprile 1946, cioè precedentemente al pogrom.

Si nota anche che gli ebrei ungheresi erano 450.000 nel 1938 e 190.000 nel
1947, anche se la storia ufficiale e tante testimonianze affermano che gli
ebrei ungheresi nel maggio-giugno 1944 erano stati tutti deportati ad
Auschwitz e inviati subito nelle camere a gas.

L'inattendibilità delle statistiche correnti è stata confermata da Shalom
Baron (insegnante di storia ebraica all'Università di Colombia), il quale,
in data 24 aprile 1964, di fronte al tribunale di Gerusalemme, ha sostenuto
che nel 1945, quando la Polonia era stata liberata dai russi, 700.000 ebrei
polacchi erano ancora vivi. Anche il n. 143 del 1961 di "Jedioth Hazem" (Tel
Aviv) ha scritto che "il numero degli ebrei polacchi attualmente viventi
fuori dalla Polonia si approssima ai due milioni" (in Paul Rassinier, Il
dramma degli ebrei europei, Roma, 1967, p. 20).
Arduino
2007-08-21 13:55:57 UTC
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Post by Artamano
tratto del libro STUDI REVISIONISTICI di Franco Deana. Edizioni GRAPHOS.
reperibile a http://www.libreriaar.it/
Questo è solo fumo negli occhi.
Claudio Mutti (che detto en passant si è fatto circoncidere dai
musulmani per odio verso gli ebrei) Ha stigmatizzato Deaglio, perché
aveva detto che gli ebrei erano il cinque per cento della popolazione
della piccola Ungheria. Il che, secondo lui, faceva 35.000, cifra che
trovava in contrasto con gli 825.000 ebrei che Deaglio affermava
facessero parte della grande Ungheria. /// A p. 37 gli ebrei della
piccola Ungheria sono il "cinque per cento della popolazione totale del
paese", vale a dire una percentuale corrispondente all'incirca alla
cifra di
35.000. Invece a p. 119 gli ebrei della "Grande Ungheria" (cioè l'Ungheria
successiva all'arbitrato di Vienna, comprensiva della Transilvania del
Nord)
sono valutati nella cifra di 825.000. ///
Solo che a casa mia, il 5% di sette milioni, fa 350.000 Pertanto
deduco che il revisionista Claudio Mutti abbia un disperato bisogno di
un pallottoliere.
Ciao
Ad'I
Artamano
2007-08-21 17:43:06 UTC
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Solo che a casa mia, il 5% di sette milioni, fa 350.000 Pertanto deduco
che il revisionista Claudio Mutti abbia un disperato bisogno di un
pallottoliere.
Ciao
Ad'I
Claudio Mutti non crede affatto che gli Ungheresi nel 1938 fossero
settecentomila, se non altro perché Claudio Mutti - che l'ungherese lo
legge, lo scrive, lo parla e per un certo periodo lo ha anche insegnato - di
demografia ungherese e di storia dell'Ungheria probabilmente se ne intende
più di lui.
Se lui, il signor Arduino, non conosce le norme elementari
dell'ortografia italiana (tant'è vero che ha scritto "tacquino"), Claudio
Mutti è in grado di eseguire le quattro operazioni elementari
dell'aritmetica e di calcolare le percentuali, con la calcolatrice o con
"penna e tacquino (sic)". L'indicazione della cifra di 35.000, perciò, non
può essere se non l'effetto di un puro errore materiale.
Ma anche leggendo (come in effetti si deve leggere) "350.000", la cifra
dei 350.000 ebrei proposta da Deaglio rimane in contraddizione con le altre
cifre riportate dallo stesso autore.

Claudio Mutti ***@tin.it
Ladro d'Anime
2007-08-21 17:56:14 UTC
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Post by Artamano
Solo che a casa mia, il 5% di sette milioni, fa 350.000 Pertanto deduco
che il revisionista Claudio Mutti abbia un disperato bisogno di un
pallottoliere.
Ciao
Ad'I
Claudio Mutti non crede affatto che gli Ungheresi nel 1938 fossero
settecentomila, se non altro perché Claudio Mutti - che l'ungherese lo
legge, lo scrive, lo parla e per un certo periodo lo ha anche insegnato - di
demografia ungherese e di storia dell'Ungheria probabilmente se ne intende
più di lui.
Se lui, il signor Arduino,
Nemmeno l'uso di "lui" come soggetto denota una profonda conoscenza
dell'italiano scritto. Per amor della precisione, se non altro.
Arduino
2007-08-22 07:20:19 UTC
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Post by Ladro d'Anime
Nemmeno l'uso di "lui" come soggetto denota una profonda conoscenza
dell'italiano scritto. Per amor della precisione, se non altro.
Magari conosce meglio l'ungherese che l'Italiano;-)
Ciao
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-22 08:41:44 UTC
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Post by Ladro d'Anime
Solo che a casamia, il 5% di sette milioni, fa 350.000 Pertanto deduco
che il revisionista Claudio Mutti abbia un disperato bisogno di un
pallottoliere.
Ciao
Ad'I
Claudio Muttinoncrede affatto che gli Ungheresinel1938 fossero
settecentomila, senonaltro perché Claudio Mutti - che l'ungherese lo
legge, lo scrive, lo parla e per un certo periodo lo ha anche insegnato -
di
demografia ungherese e di storia dell'Ungheria probabilmente se ne intende
più di lui.
Se lui, il signor Arduino,
Nemmeno l'uso di "lui" come soggetto denota una profonda conoscenza
dell'italiano scritto. Per amordellaprecisione, senonaltro.- Nascondi testo tra virgolette -
- Mostra testo tra virgolette -
Sempre per amor di precisione, obietterei che in questo caso "lui"
come soggetto è stato usato correttamente. Infatti l'autore ha voluto
mettere in risalto la persona alla quale il pronome si riferisce
(nella fattispecie, "il signor Arduino"), contrapponendola a un'altra
persona (nella fattispecie, a "Claudio Mutti").
Insomma, è un caso analogo a quello che riscontriamo in frasi del
tipo: "Sono stato io, non è stato lui".
Arduino
2007-08-22 07:33:53 UTC
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Post by Artamano
Claudio Mutti non crede affatto che gli Ungheresi nel 1938 fossero
settecentomila, se non altro perché Claudio Mutti - che l'ungherese lo
legge, lo scrive, lo parla e per un certo periodo lo ha anche insegnato - di
demografia ungherese e di storia dell'Ungheria probabilmente se ne intende
più di lui.
Se lui, il signor Arduino, non conosce le norme elementari
dell'ortografia italiana (tant'è vero che ha scritto "tacquino"), Claudio
Mutti è in grado di eseguire le quattro operazioni elementari
dell'aritmetica e di calcolare le percentuali, con la calcolatrice o con
"penna e tacquino (sic)". L'indicazione della cifra di 35.000, perciò, non
può essere se non l'effetto di un puro errore materiale.
Ma anche leggendo (come in effetti si deve leggere) "350.000", la cifra
dei 350.000 ebrei proposta da Deaglio rimane in contraddizione con le altre
cifre riportate dallo stesso autore.
A tutti può scappare l'errore o la piccola svista.
Più grave se lo si fa salendo in cattedra: se io ad esempio avessi
stigmatizzato qualcuno che avesse scritto taccuino, avrei fatto una
figura molto più meschina che il semplice errore di distrazione.
Gravissimo se poi questo errore sta alla base di tutto un ragionamento.
Scrivere tacquino o taccuino non cambia la sostanza delle cose.
Affermare che il cinque per cento della popolazione ungherese da come
risultato 35.000, credendo con questo di dimostrare l'assurdità delle
cifre dell'olocausto, è gravissimo materialmente e moralmente.
Ridicolo è poi insistere nel dire che la cifra è in contraddizione con
le altre: Se Mutti non scrive quanti erano gli ebrei in Transilvania ed
in Slovacchia meridionale, come fa ad asserire che 350.000 è in
contraddizione con 825.000?
Ciao
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-22 09:35:56 UTC
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Post by Arduino
Claudio Mutti non crede affattochegli Ungheresi nel 1938 fossero
settecentomila, se non altro perché Claudio Mutti -chel'ungherese lo
legge, lo scrive, lo parlaeperuncerto periodo lo ha anche insegnato - di
demografia unghereseedi storia dell'Ungheria probabilmente se ne intende
più di lui.
Se lui, il signor Arduino, non conosce le norme elementari
dell'ortografia italiana (tant'èverocheha scritto "tacquino"), Claudio
Mutti è in grado di eseguire le quattro operazioni elementari
dell'aritmeticaedi calcolare le percentuali,conla calcolatrice ocon
"pennaetacquino (sic)". L'indicazione della cifra di 35.000, perciò, non
può essere se non l'effetto diunpuro errore materiale.
Ma anche leggendo (come in effetti si deve leggere) "350.000", la cifra
dei 350.000 ebrei proposta da Deaglio rimane in contraddizioneconle altre
cifre riportate dallo stesso autore.
A tutti può scappare l'errore o la piccola svista.
Più grave se lo sifasalendo in cattedra: se io ad esempio avessi
stigmatizzato qualcunocheavesse scritto taccuino, avrei fatto una
figura molto più meschinacheil semplice errore di distrazione.
Gravissimo se poi questo errore sta alla base di tuttounragionamento.
Scrivere tacquino o taccuino non cambia la sostanza delle cose.
Affermarecheil cinque per cento della popolazione ungherese da come
risultato 35.000, credendoconquesto di dimostrare l'assurdità delle
cifre dell'olocausto, è gravissimo materialmenteemoralmente.
Ridicolo è poi insistere nel direchela cifra è in contraddizionecon
le altre: Se Mutti non scrive quanti erano gli ebrei in Transilvania ed
in Slovacchia meridionale, comefaad asserireche350.000 è in
contraddizionecon825.000?
Ciao
Ad'I
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Sorvoliamo sulla strana teoria secondo cui un errore di distrazione
cambia o non cambia la sostanza delle cose a seconda di chi lo
commette e veniamo alle cifre reclamate dal signor Arduino.
Se Deaglio afferma che nella piccola Ungheria (cioè nell'Ungheria del
periodo compreso fra il Trattato del Trianon e il secondo arbitrato di
Vienna, del 30 agosto 1940) c'erano circa 350.000
(trecentocinquantamila) ebrei e poi dice che nell'Ungheria successiva
all'arbitrato di Vienna ce n'erano 825.000, la contraddizione c'è.
Infatti nella parte di Transilvania assegnata all'Ungheria il 30
agosto del 1940 gli ebrei erano, secondo i censimenti romeni, 200.000.
Nei territori della Slovacchia e della Rutenia subcarpatica acquisiti
dall'Ungheria col primo arbitrato di Vienna (2 novembre 1938) gli
ebrei erano, secondo l'ultimo censimento cecoslovacco, 26.227.
Il signor Arduino può dunque prendere penna e "tacquino" e fare la
somma: 350.000 + 200.000 + 26.227 = 576.227.
A questo punto dovrà convenire che tra 576.227 e 825.000 c'è una certa
differenza e che Deaglio, a p. 48 del suo libro, ha semplicemente
inventato l'esistenza di 250.000 ebrei.
Arduino
2007-08-22 15:07:42 UTC
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Post by i***@tin.it
Sorvoliamo sulla strana teoria secondo cui un errore di distrazione
cambia o non cambia la sostanza delle cose a seconda di chi lo
commette e veniamo alle cifre reclamate dal signor Arduino.
Se Deaglio afferma che nella piccola Ungheria (cioè nell'Ungheria del
periodo compreso fra il Trattato del Trianon e il secondo arbitrato di
Vienna, del 30 agosto 1940) c'erano circa 350.000
(trecentocinquantamila) ebrei e poi dice che nell'Ungheria successiva
all'arbitrato di Vienna ce n'erano 825.000, la contraddizione c'è.
Infatti nella parte di Transilvania assegnata all'Ungheria il 30
agosto del 1940 gli ebrei erano, secondo i censimenti romeni, 200.000.
Nei territori della Slovacchia e della Rutenia subcarpatica acquisiti
dall'Ungheria col primo arbitrato di Vienna (2 novembre 1938) gli
ebrei erano, secondo l'ultimo censimento cecoslovacco, 26.227.
Il signor Arduino può dunque prendere penna e "tacquino" e fare la
somma: 350.000 + 200.000 + 26.227 = 576.227.
A questo punto dovrà convenire che tra 576.227 e 825.000 c'è una certa
differenza e che Deaglio, a p. 48 del suo libro, ha semplicemente
inventato l'esistenza di 250.000 ebrei.
E così per curiosità: quanti ce n'erano nel Banato?
Ciao
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-22 16:13:35 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Sorvoliamo sulla strana teoria secondo cui un errore di distrazione
cambia o non cambia la sostanza delle cose a seconda di chi lo
commette e veniamo alle cifre reclamate dal signor Arduino.
Se Deaglio afferma che nella piccola Ungheria (cioè nell'Ungheria del
periodo compreso fra il Trattato del Trianon e il secondo arbitrato di
Vienna, del 30 agosto 1940) c'erano circa 350.000
(trecentocinquantamila) ebrei e poi dice che nell'Ungheria successiva
all'arbitrato di Vienna ce n'erano 825.000, la contraddizione c'è.
Infatti nella parte di Transilvania assegnata all'Ungheria il 30
agosto del 1940 gli ebrei erano, secondo i censimenti romeni, 200.000.
Nei territori della Slovacchia e della Rutenia subcarpatica acquisiti
dall'Ungheria col primo arbitrato di Vienna (2 novembre 1938) gli
ebrei erano, secondo l'ultimo censimento cecoslovacco, 26.227.
Il signor Arduino può dunque prendere penna e "tacquino" e fare la
somma: 350.000 + 200.000 + 26.227 = 576.227.
A questo punto dovrà convenire che tra 576.227 e 825.000 c'è una certa
differenza e che Deaglio, a p. 48 del suo libro, ha semplicemente
inventato l'esistenza di 250.000 ebrei.
E così per curiosità: quanti ce n'erano nel Banato?
Ciao
Ad'I- Nascondi testo tra virgolette -
- Mostra testo tra virgolette -
Gli ebrei del Banato romeno non c'entrano nulla con questo discorso,
in quanto il Banato romeno (dal Trianon fino ad oggi) non è mai stato
assegnato all'Ungheria.
In ogni caso, secondo il censimento del 1930, erano 756.930.
Arduino
2007-08-22 20:14:30 UTC
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Post by i***@tin.it
Gli ebrei del Banato romeno non c'entrano nulla con questo discorso,
in quanto il Banato romeno (dal Trianon fino ad oggi) non è mai stato
assegnato all'Ungheria.
In ogni caso, secondo il censimento del 1930, erano 756.930.
Per la verità mi riferivo al Banato Yugoslavo, che mi pareva fosse stato
occupato dagli ungheresi.
Ma fa niente, non sono un sergio che discute per avere ragione, di
sicuro non erano in numero tale da inficiare il ragionamento di Mutti.
Volevo però approfittare del fatto che vedendo con piacere che del
numero degli ebrei antecedente la guerra, non avete solo vaghe stime
sulla popolazione mondiale, ma conteggi molto accurati di quelli che
abitavano nel Banato romeno, di quelli che risiedevano in Rutenia e
Slovacchia assegnati all'Ungheria, dei residenti nella Transilvania:
approfitto per chiedervi; avete dati della popolazione ebraica anche di
altre regioni?
E se si, vorrei sapere se avete dei dati per le stesse regioni del
numero relativo al dopoguerra, e che fine abbiano fatto eventuali ebrei
mancanti al secondo appello.
Con un anticipato ringraziamento:
Ad'I
.sergio.
2007-08-23 08:58:03 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Gli ebrei del Banato romeno non c'entrano nulla con questo discorso,
in quanto il Banato romeno (dal Trianon fino ad oggi) non è mai stato
assegnato all'Ungheria.
In ogni caso, secondo il censimento del 1930, erano 756.930.
Per la verità mi riferivo al Banato Yugoslavo, che mi pareva fosse stato
occupato dagli ungheresi.
Ma fa niente, non sono un sergio che discute per avere ragione,
infatti sei un arduino che non fa che grandi figure da cialtrone su
qualsiasi argomento in cui apri bocca. Perfino con i tuoi camerati. LOL!
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Arduino
2007-08-23 12:13:48 UTC
Permalink
Post by .sergio.
infatti sei un arduino che non fa che grandi figure da cialtrone su
qualsiasi argomento in cui apri bocca. Perfino con i tuoi camerati. LOL!
Mancava il nazista rosso accorso in aiuto dei nazisti bruni: eccolo
arrivato.
Ad'I
.sergio.
2007-08-23 12:33:41 UTC
Permalink
Post by .sergio.
infatti sei un arduino che non fa che grandi figure da cialtrone su
qualsiasi argomento in cui apri bocca. Perfino con i tuoi camerati. LOL!
non ci sono nazisti rossi, qui ci sono solo arduini cialtroni che
fingono di non essere camerati dei nazisti veri.
i***@tin.it
2007-08-23 10:08:49 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Gli ebrei del Banato romeno non c'entrano nulla con questo discorso,
in quanto il Banato romeno (dal Trianon fino ad oggi) non è mai stato
assegnato all'Ungheria.
In ogni caso, secondo il censimento del 1930, erano 756.930.
Per la verità mi riferivo al Banato Yugoslavo, che mi pareva fosse stato
occupato dagli ungheresi.
Ma fa niente, non sono un sergio che discute per avere ragione, di
sicuro non erano in numero tale da inficiare il ragionamento di Mutti.
Volevo però approfittare del fatto che vedendo con piacere che del
numero degli ebrei antecedente la guerra, non avete solo vaghe stime
sulla popolazione mondiale, ma conteggi molto accurati di quelli che
abitavano nel Banato romeno, di quelli che risiedevano in Rutenia e
approfitto per chiedervi; avete dati della popolazione ebraica anche di
altre regioni?
E se si, vorrei sapere se avete dei dati per le stesse regioni del
numero relativo al dopoguerra, e che fine abbiano fatto eventuali ebrei
mancanti al secondo appello.
Ad'I
In Jugoslavia, il Banato non fu occupato dagli Ungheresi, ma dai
Tedeschi. L'Ungheria (con la 3. Armata al comando del Generale Elemér
Gorondy-Novak) occupò il settore occidentale della Vojvodina (Bačka),
il Prekmurje sloveno e alcuni territori minori in Croazia che essa
aveva perduti alla fine della Prima guerra mondiale (Medjimurje,
Baranja).

Per quanto concerne la demografia ebraica, esiste una vasta
bibliografia. Tra le pubblicazioni in lingua italiana, la più recente
è quella di Frank H. Hankins, "Quanti furono gli ebrei eliminati dai
nazisti? Uno studio preliminare", Effepi, Genova 2007. Può
procurarselo presso qualunque libreria.
Arduino
2007-08-23 12:18:54 UTC
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Post by i***@tin.it
Per quanto concerne la demografia ebraica, esiste una vasta
bibliografia. Tra le pubblicazioni in lingua italiana, la più recente
è quella di Frank H. Hankins, "Quanti furono gli ebrei eliminati dai
nazisti? Uno studio preliminare", Effepi, Genova 2007. Può
procurarselo presso qualunque libreria.
Lo so che nelle librerie ci sono molti libri sull'argomento.
Ma con un libro non si può interloquire.
Sarebbe interessante invece un esposizione su questo ng del numero degli
ebrei esistenti nelle varie regioni o stati, comparato col numero
rimasto dopo la guerra ed eventale spiegazione delle persone mancanti.
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-23 14:58:48 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Per quanto concerne la demografia ebraica, esiste una vasta
bibliografia. Tra le pubblicazioni in lingua italiana, la più recente
è quella di Frank H. Hankins, "Quanti furono gli ebrei eliminati dai
nazisti? Uno studio preliminare", Effepi, Genova 2007. Può
procurarselo presso qualunque libreria.
Lo so che nelle librerie ci sono molti libri sull'argomento.
Ma con un libro non si può interloquire.
Sarebbe interessante invece un esposizione su questo ng del numero degli
ebrei esistenti nelle varie regioni o stati, comparato col numero
rimasto dopo la guerra ed eventale spiegazione delle persone mancanti.
Ad'I
Quali libri ha letto sull'argomento?
Arduino
2007-08-23 18:24:50 UTC
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Post by i***@tin.it
Quali libri ha letto sull'argomento?
In tutta onestà dei vostri nessuno.
Ma conosco i vostri argomenti e li trovo inconsistenti. Non ci si può
nascondere dietro un dito. Un Popolo è semiscomparso dall'Europa, non si
può nasconderlo con discussioni sulle distanze delle camere a gas dagli
alloggi dei nazisti.
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-24 09:35:58 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Quali libri ha letto sull'argomento?
In tutta onestà dei vostri nessuno.
Ma conosco i vostri argomenti e li trovo inconsistenti. Non ci si può
nascondere dietro un dito. Un Popolo è semiscomparso dall'Europa, non si
può nasconderlo con discussioni sulle distanze delle camere a gas dagli
alloggi dei nazisti.
Ad'I
Un popolo (ma perché la maiuscola?) è semiscomparso dall'Europa. Se
conoscesse l'argomento, saprebbe che la consistenza demografica di
questo stesso popolo è enormemente aumentata in altri paesi (Israele,
USA, Argentina, Canada, Australia ecc.).
Si informi meglio, poi ne riparliamo.
Arduino
2007-08-24 13:51:11 UTC
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Post by i***@tin.it
Un popolo (ma perché la maiuscola?)
Per verificare se lo avrebbe fatto notare
Post by i***@tin.it
è semiscomparso dall'Europa. Se
conoscesse l'argomento, saprebbe che la consistenza demografica di
questo stesso popolo è enormemente aumentata in altri paesi (Israele,
USA, Argentina, Canada, Australia ecc.).
Si informi meglio, poi ne riparliamo.
Eccoli i dati: per evitare contestazioni li traggo da: Il peccato
originale di Israele, di Dominique Vidal, I Visti che gli Usa concessero
dal 1940 al 1948 furono in totale 57.000. In Israele fra il 1945 ed il
Maggio 1948 il Mossad organizzò l'immigrazione di 69.800 ebrei di cui
51.500 furono intercettati dagli inglesi e deportati a Cipro. Non si da
conto di immigrazioni durante la guerra (Periodo comunque in cui secondo
le disposizioni del libro bianco non avrebbe potuto superare le 75.000
unità. E inoltre il testo da una popolazione ebraica residente nella
regione nel 1939 di 608.000 abitanti La stessa che secondo il censimento
Onu risiedeva nel 1946.
Da nessun testo mi risulta ci siano state concessioni di visti da parte
di Argentina ed Australia. Pertanto abbiamo cifre che non
giustificherebbero neppure Gli ammanchi degli ebrei delle regioni che
lei mi ha citato. (576.227 Fra Ungheria, Rutenia Slovacchia meridionale
Transilvania centrale, 756.930 nel Banato Romeno) e Pertanto spero
comprenda i motivi per cui non posso concordare con le vostre tesi,
Ad'I
Jurassic Park
2007-08-24 17:15:43 UTC
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Post by i***@tin.it
Si informi meglio, poi ne riparliamo.
Pertanto spero comprenda i motivi per cui non posso concordare con le
vostre tesi,
Mi sa che stai dialogando direttamente con il Mutti, Arduino.

Carlo "Jurassic Park"
Arduino
2007-08-24 19:48:33 UTC
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Post by Jurassic Park
Mi sa che stai dialogando direttamente con il Mutti, Arduino.
Potrebbe darsi. Non ci sarebbe niente di male. Non ho avversione per
nessuno e sono aperto alle opinioni di tutti. Fermo restando che non
considero un opinione la matematica.
Ciao
Ad'I
Post by Jurassic Park
Carlo "Jurassic Park"
i***@tin.it
2007-08-25 14:54:41 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Un popolo (ma perché la maiuscola?)
Per verificare se lo avrebbe fatto notare
Post by i***@tin.it
è semiscomparso dall'Europa. Se
conoscesse l'argomento, saprebbe che la consistenza demografica di
questo stesso popolo è enormemente aumentata in altri paesi (Israele,
USA, Argentina, Canada, Australia ecc.).
Si informi meglio, poi ne riparliamo.
Eccoli i dati: per evitare contestazioni li traggo da: Il peccato
originale di Israele, di Dominique Vidal, I Visti che gli Usa concessero
dal 1940 al 1948 furono in totale 57.000. In Israele fra il 1945 ed il
Maggio 1948 il Mossad organizzò l'immigrazione di 69.800 ebrei di cui
51.500 furono intercettati dagli inglesi e deportati a Cipro. Non si da
conto di immigrazioni durante la guerra (Periodo comunque in cui secondo
le disposizioni del libro bianco non avrebbe potuto superare le 75.000
unità. E inoltre il testo da una popolazione ebraica residente nella
regione nel 1939 di 608.000 abitanti La stessa che secondo il censimento
Onu risiedeva nel 1946.
Da nessun testo mi risulta ci siano state concessioni di visti da parte
di Argentina ed Australia. Pertanto abbiamo cifre che non
giustificherebbero neppure Gli ammanchi degli ebrei delle regioni che
lei mi ha citato. (576.227 Fra Ungheria, Rutenia Slovacchia meridionale
Transilvania centrale, 756.930 nel Banato Romeno) e Pertanto spero
comprenda i motivi per cui non posso concordare con le vostre tesi,
Ad'I
I dati di Dominique Vidal sono contraddetti da quelli forniti da un
altro autore ebreo, M. Gilbert, nell'"Atlante di storia ebraica" edito
da Giuntina (casa editrice notoriamente ebraica).

Ecco i dati di fonte ebraica relativi all'incremento della popolazione
ebraica in alcuni paesi dopo la seconda guerra mondiale.

USA : da 2.515.000 diventano 5.835.000
Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Canada: da 8.000 diventano 330.000
Inghilterra: da 71.000 diventano 300.000
Argentina: da 50.000 diventano 228.000
Brasile: da 25.000 diventano 150.000
Sudafrica: da 8.000 diventano 120.000
Messico: da 2.000 diventano 35.000

Solo in questi paesi, dunque, abbiamo un incremento totale della
popolazione ebraica pari a 8.329.000.
i***@tin.it
2007-08-25 14:59:48 UTC
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Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Un popolo (ma perché la maiuscola?)
Per verificare se lo avrebbe fatto notare
Post by i***@tin.it
è semiscomparso dall'Europa. Se
conoscesse l'argomento, saprebbe che la consistenza demografica di
questo stesso popolo è enormemente aumentata in altri paesi (Israele,
USA, Argentina, Canada, Australia ecc.).
Si informi meglio, poi ne riparliamo.
Eccoli i dati: per evitare contestazioni li traggo da: Il peccato
originale di Israele, di Dominique Vidal, I Visti che gli Usa concessero
dal 1940 al 1948 furono in totale 57.000. In Israele fra il 1945 ed il
Maggio 1948 il Mossad organizzò l'immigrazione di 69.800 ebrei di cui
51.500 furono intercettati dagli inglesi e deportati a Cipro. Non si da
conto di immigrazioni durante la guerra (Periodo comunque in cui secondo
le disposizioni del libro bianco non avrebbe potuto superare le 75.000
unità. E inoltre il testo da una popolazione ebraica residente nella
regione nel 1939 di 608.000 abitanti La stessa che secondo il censimento
Onu risiedeva nel 1946.
Da nessun testo mi risulta ci siano state concessioni di visti da parte
di Argentina ed Australia. Pertanto abbiamo cifre che non
giustificherebbero neppure Gli ammanchi degli ebrei delle regioni che
lei mi ha citato. (576.227 Fra Ungheria, Rutenia Slovacchia meridionale
Transilvania centrale, 756.930 nel Banato Romeno) e Pertanto spero
comprenda i motivi per cui non posso concordare con le vostre tesi,
Ad'I
Ecco i dati di fonte ebraica (M. Gilbert, Atlante di storia ebraica,
Giuntina editrice) relativi all'incremento della popolazione ebraica
in alcuni paesi dopo la seconda guerra mondiale.

USA : da 2.515.000 diventano 5.835.000
Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Canada: da 8.000 diventano 330.000
Inghilterra: da 71.000 diventano 300.000
Argentina: da 50.000 diventano 228.000
Brasile: da 25.000 diventano 150.000
Sudafrica: da 8.000 diventano 120.000
Messico: da 2.000 diventano 35.000

Solo in questi paesi, dunque, abbiamo un incremento totale della
popolazione ebraica pari a 8.329.000.
Arduino
2007-08-25 20:51:29 UTC
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Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Mi fermo a questo dato: Pertanto L'onu avrebbe avuto le travecole
contando 608.000 ebrei. Tutti quegli altri autori che descrivono la
crescita degli ebrei dal 1880 al 1948 hanno avuto le travecole.
Ma soprattutto, novantamila ebrei, avrebbero costretto gli inglesi ad
andarsene battuto 1.237.000 palestinesi, ed anche gli eserciti di
Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq. Un bel miracolo veramente.
Mi sa che Gilbert dovrebbe studiarsi un po' di geografia.
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-26 08:52:09 UTC
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Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Mi fermo a questo dato: Pertanto L'onu avrebbe avuto le travecole
contando 608.000 ebrei. Tutti quegli altri autori che descrivono la
crescita degli ebrei dal 1880 al 1948 hanno avuto le travecole.
Ma soprattutto, novantamila ebrei, avrebbero costretto gli inglesi ad
andarsene battuto 1.237.000 palestinesi, ed anche gli eserciti di
Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq. Un bel miracolo veramente.
Mi sa che Gilbert dovrebbe studiarsi un po' di geografia.
Ad'I
Non capisco che cosa possano essere le "travecole" dell'ONU. Ho
cercato su un paio di dizionari, ma non trovo registrato questo lemma.
Arduino
2007-08-26 12:13:44 UTC
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Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Mi fermo a questo dato: Pertanto L'onu avrebbe avuto le travecole
contando 608.000 ebrei. Tutti quegli altri autori che descrivono la
crescita degli ebrei dal 1880 al 1948 hanno avuto le travecole.
Ma soprattutto, novantamila ebrei, avrebbero costretto gli inglesi ad
andarsene battuto 1.237.000 palestinesi, ed anche gli eserciti di
Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq. Un bel miracolo veramente.
Mi sa che Gilbert dovrebbe studiarsi un po' di geografia.
Ad'I
Non capisco che cosa possano essere le "travecole" dell'ONU. Ho
cercato su un paio di dizionari, ma non trovo registrato questo lemma.
Dalle mie parti in modo popolaresco si dice così. Magari se guardo il
dizionario scoprirei che la corretta dizione è un altra. Ma non credo
che eventuali errori ortografici possano mutare i dati della matematica.
Ed è questa che conta.
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-26 14:48:57 UTC
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Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961, 4.100.000
Mi fermo a questo dato: Pertanto L'onu avrebbe avuto le travecole
contando 608.000 ebrei. Tutti quegli altri autori che descrivono la
crescita degli ebrei dal 1880 al 1948 hanno avuto le travecole.
Ma soprattutto, novantamila ebrei, avrebbero costretto gli inglesi ad
andarsene battuto 1.237.000 palestinesi, ed anche gli eserciti di
Egitto, Libano, Siria, Giordania, Iraq. Un bel miracolo veramente.
Mi sa che Gilbert dovrebbe studiarsi un po' di geografia.
Ad'I
Non capisco che cosa possano essere le "travecole" dell'ONU. Ho
cercato su un paio di dizionari, ma non trovo registrato questo lemma.
Dalle mie parti in modo popolaresco si dice cos�. Magari se guardo il
dizionario scoprirei che la corretta dizione � un altra. Ma non credo
che eventuali errori ortografici possano mutare i dati della matematica.
Ed � questa che conta.
Ad'I
Dalle Sue parti si scrive anche "tacquino" et similia. Siccome per�
Lei ha detto che vuole "interloquire", Le sarei grato se lo facesse in
una lingua a me comprensibile.
Ma torniamo dunque alle cifre.

Il prof. Martin Gilbert, che insegna al Merton College di Oxford ed �
autore di diversi atlanti storici e quindi non ha bisogno di essere
esortato a "studiarsi un po' di geografia", riporta la cifra di 90.000
ebrei in Palestina in relazione alla situazione anteriore al 1948.
Io ho riportato sinteticamente questa informazione scrivendo (veda
sopra): "Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961,
4.100.000".
Ora, se nel periodo 1948-1961 gli ebrei insediati in Palestina
"diventano" un numero superiore a 90.000, vuol dire - se uno riesce a
comprendere la lingua italiana - che erano 90.000 PRIMA DEL 1948, NON
NEL 1948.
Infatti, a p. 109 dell' "Atlante di storia ebraica" Gilbert indica,
per il 1948, la cifra di 657.000 ebrei presenti in Palestina. (A p.
109, per il 1950 ne riporta 1.203.000; per il 1958, 1.810.000; per il
1962, 2.069.000; per il 1984, 4.000.000).
Arduino
2007-08-26 21:56:46 UTC
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Dalle Sue parti si scrive anche "tacquino" et similia. Siccome però
Lei ha detto che vuole "interloquire", Le sarei grato se lo facesse in
una lingua a me comprensibile.
Debbo ammettere che per la cattiva abitudine di scrivere sui ng con un
linguaggio informale, sono stato nettamente battuto.
Ovviamente la partita non è chiusa, un grosso svarione di uno dei tre
interlocutori negazionisti rimetterebbe in gioco il risultato. Ma ora
come ora, nel confronto fra negazionisti e difensori della verità
storica, i negazionisti dal punto di vista degli errori ortografici
vincono nettamente.
Faccio i miei complimenti. Ma li esorterei a cercare di vincere in
matematica anziché in ortografia.
Ma torniamo dunque alle cifre.
Il prof. Martin Gilbert, che insegna al Merton College di Oxford ed è
autore di diversi atlanti storici e quindi non ha bisogno di essere
esortato a "studiarsi un po' di geografia", riporta la cifra di 90.000
ebrei in Palestina in relazione alla situazione anteriore al 1948.
Io ho riportato sinteticamente questa informazione scrivendo (veda
sopra): "Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961,
4.100.000".
Ora, se nel periodo 1948-1961 gli ebrei insediati in Palestina
"diventano" un numero superiore a 90.000, vuol dire - se uno riesce a
comprendere la lingua italiana - che erano 90.000 PRIMA DEL 1948, NON
NEL 1948.
No, Se io leggo: Da 90.000, diventano tra il 1948 ed il 1961: 4.100.000
intendo novantamila nel 1948 e quattro milioni e cento nel 1961
Infatti, a p. 109 dell' "Atlante di storia ebraica" Gilbert indica,
per il 1948, la cifra di 657.000 ebrei presenti in Palestina. (A p.
109, per il 1950 ne riporta 1.203.000; per il 1958, 1.810.000; per il
1962, 2.069.000; per il 1984, 4.000.000).
Benissimo, non erano novantamila, e non erano neppure una cifra che
potesse coprire i sei milioni di scomparsi, neppure se si ipotizzasse
zero nel 1939.
Riguardo agli Usa ho invece qua sotto i dati di Artamano che parlano di
4,6 milioni di ebrei presenti nel 1939. Ha ragione Artamano, o ha
ragione Gilbert con i suoi 2.515.000?
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-27 09:48:24 UTC
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Post by Arduino
Debbo ammettere che per la cattiva abitudine di scrivere sui ng con un
linguaggio informale, sono stato nettamente battuto.
Ovviamente la partita non � chiusa, un grosso svarione di uno dei tre
interlocutori negazionisti rimetterebbe in gioco il risultato. Ma ora
come ora, nel confronto fra negazionisti e difensori della verit�
storica, i negazionisti dal punto di vista degli errori ortografici
vincono nettamente.
Faccio i miei complimenti. Ma li esorterei a cercare di vincere in
matematica anzich� in ortografia.
Se vuole attribuirsi il titolo di "difensore della verit� storica",
faccia pure. E' tipico di individui che corrispondono alla tipologia
dell' "homo unius libri" di oraziana memoria. Naturalmente, se Lei �
la bocca della Verit�, diventa "negazionista" chiunque disponga di
informazioni diverse dalle Sue, compreso l'ebreo Gilbert.
Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Ma torniamo dunque alle cifre.
Il prof. Martin Gilbert, che insegna al Merton College di Oxford ed �
autore di diversi atlanti storici e quindi non ha bisogno di essere
esortato a "studiarsi un po' di geografia", riporta la cifra di 90.000
ebrei in Palestina in relazione alla situazione anteriore al 1948.
Io ho riportato sinteticamente questa informazione scrivendo (veda
sopra): "Palestina: da 90.000 diventano, tra il 1948 e il 1961,
4.100.000".
Ora, se nel periodo 1948-1961 gli ebrei insediati in Palestina
"diventano" un numero superiore a 90.000, vuol dire - se uno riesce a
comprendere la lingua italiana - che erano 90.000 PRIMA DEL 1948, NON
NEL 1948.
No, Se io leggo: Da 90.000, diventano tra il 1948 ed il 1961: 4.100.000
intendo novantamila nel 1948 e quattro milioni e cento nel 1961
Se Lei vuole intendere quello che ho scritto interpretandolo in base
al codice linguistico del "tacquino" e delle "travecole", il risultato
inevitabile � che Lei non intende, ma fraintende. Comunque cercher�
pazientemente di spiegare come bisogna intendere (sulla bse della
sintassi italiana) quello che ho scritto:
"Da 90.000 (che erano precedentemente), gli ebrei stanziati in
Palestina diventano 4.100.000 al termine del periodo 1948-1961".
D'altronde, le cifre che ho fornito successivamente, sempre sulla base
dell'Atlante del Gilbert, dovrebbero chiarire il concetto: 657.000 nel
1948, 1.203.000 nel 1950, 1.810.000 nel 1958 ecc.
Post by Arduino
Post by i***@tin.it
Infatti, a p. 109 dell' "Atlante di storia ebraica" Gilbert indica,
per il 1948, la cifra di 657.000 ebrei presenti in Palestina. (A p.
109, per il 1950 ne riporta 1.203.000; per il 1958, 1.810.000; per il
1962, 2.069.000; per il 1984, 4.000.000).
Benissimo, non erano novantamila, e non erano neppure una cifra che
potesse coprire i sei milioni di scomparsi, neppure se si ipotizzasse
zero nel 1939.
Per avere una cifra che copra i "sei milioni di scomparsi", deve
sommare gli addendi (gi� forniti) relativi all'incremento di
popolazione ebraica non solo in Palestina, ma anche in USA, Canada,
Inghilterra, Argentina, Brasile, Sudafrica, Messico (oltre ad altri
paesi che non ho compresi nel calcolo).
Post by Arduino
Riguardo agli Usa ho invece qua sotto i dati di Artamano che parlano di
4,6 milioni di ebrei presenti nel 1939. Ha ragione Artamano, o ha
ragione Gilbert con i suoi 2.515.000?
Non so da dove provengano i dati citati dal signor Artamano. Io
ricavo i miei dall'autorevole e, direi, "ufficiale" Atlante di Storia
Ebraica di un autore ebreo pubblicato da una casa editrice ebraica.
Si potrebbe forse spiegare cos� l'apparente contraddizione: il calcolo
fatto da Gilbert � restrittivo, in quanto il criterio che lo ispira
considera ebrei a pieno titolo solo quelli rispondenti a requisiti
religiosi oltre che etnici.
Arduino
2007-08-27 19:08:30 UTC
Permalink
Se vuole attribuirsi il titolo di "difensore della verità storica",
faccia pure. E' tipico di individui che corrispondono alla tipologia
dell' "homo unius libri" di oraziana memoria. Naturalmente, se Lei è
la bocca della Verità, diventa "negazionista" chiunque disponga di
informazioni diverse dalle Sue, compreso l'ebreo Gilbert.
Si, me lo attribuisco perché in serena coscienza so di non difendere una
determinata tesi, ma solo la verità. Se mi venisse dimostrato la verità
delle tesi negazioniste le difenderei, Così come molte volte sono
accusato di essere fascista solo perché difendo ciò che è vero.
Post by Arduino
No, Se io leggo: Da 90.000, diventano tra il 1948 ed il 1961: 4.100.000
intendo novantamila nel 1948 e quattro milioni e cento nel 1961
Se Lei vuole intendere quello che ho scritto interpretandolo in base
al codice linguistico del "tacquino" e delle "travecole", il risultato
inevitabile è che Lei non intende, ma fraintende. Comunque cercherò
pazientemente di spiegare come bisogna intendere (sulla bse della
"Da 90.000 (che erano precedentemente), gli ebrei stanziati in
Palestina diventano 4.100.000 al termine del periodo 1948-1961".
D'altronde, le cifre che ho fornito successivamente, sempre sulla base
dell'Atlante del Gilbert, dovrebbero chiarire il concetto: 657.000 nel
1948, 1.203.000 nel 1950, 1.810.000 nel 1958 ecc.
Forse non lo sa: ma nella lingua italiana ci possono essere errori di
ortografia, ed errori di sintassi.
Se io scrivessi: La popolazione italiana è passata dai 32.475.000 del
1900 ai sesanta milioni del 2007
commetterei un errore ortografico. (sesanta con una sola s)
Però se scrivessi: La popolazione italiana è passata dai quindici
milioni del 1900 ai sessanta del 2007, non commetterei alcun errore
ortografico, ma un grave errore di sintassi se con la frase avessi
inteso affermare che i quindici milioni c'erano nel 1800.
Lo stesso vale se lei mi cita il 1948 per fornirmi il numero degli ebrei
presenti nel 1914.
Per avere una cifra che copra i "sei milioni di scomparsi", deve
sommare gli addendi (già forniti) relativi all'incremento di
popolazione ebraica non solo in Palestina, ma anche in USA, Canada,
Inghilterra, Argentina, Brasile, Sudafrica, Messico (oltre ad altri
paesi che non ho compresi nel calcolo).
Tutti paesi che hanno rifiutato di accogliere gli ebrei sia prima che
dopo la guerra mondiale. Per cui non mi spiego come abbiano fatto ad
arrivarci. Ne i dati in mio possesso confermano queste trasmigrazioni.
Post by Arduino
Riguardo agli Usa ho invece qua sotto i dati di Artamano che parlano di
4,6 milioni di ebrei presenti nel 1939. Ha ragione Artamano, o ha
ragione Gilbert con i suoi 2.515.000?
Non so da dove provengano i dati citati dal signor Artamano. Io
ricavo i miei dall'autorevole e, direi, "ufficiale" Atlante di Storia
Ebraica di un autore ebreo pubblicato da una casa editrice ebraica.
Si potrebbe forse spiegare così l'apparente contraddizione: il calcolo
fatto da Gilbert è restrittivo, in quanto il criterio che lo ispira
considera ebrei a pieno titolo solo quelli rispondenti a requisiti
religiosi oltre che etnici.
Non credo che in anni in cui la laicità poteva riguardare solo qualche
libero pensatore, sia spiegabile una forbice così amplia. Pertanto mi
vedo costretto a rimanere sulle mie posizioni, augurandovi che in futuro
possiate fornirmi dati che mi convincano.
Ad'I
i***@tin.it
2007-08-29 08:31:19 UTC
Permalink
Post by i***@tin.it
Se vuole attribuirsi il titolo di "difensore della verit� storica",
faccia pure. E' tipico di individui che corrispondono alla tipologia
dell' "homo unius libri" di oraziana memoria. Naturalmente, se Lei �
la bocca della Verit�, diventa "negazionista" chiunque disponga di
informazioni diverse dalle Sue, compreso l'ebreo Gilbert.
Si, me lo attribuisco perch� in serena coscienza so di non difendere una
determinata tesi, ma solo la verit�. Se mi venisse dimostrato la verit�
delle tesi negazioniste le difenderei, Cos� come molte volte sono
accusato di essere fascista solo perch� difendo ci� che � vero.
4.100.000
Post by i***@tin.it
Post by Arduino
intendo novantamila nel 1948 e quattro milioni e cento nel 1961
Se Lei vuole intendere quello che ho scritto interpretandolo in base
al codice linguistico del "tacquino" e delle "travecole", il risultato
inevitabile � che Lei non intende, ma fraintende. Comunque cercher�
pazientemente di spiegare come bisogna intendere (sulla bse della
"Da 90.000 (che erano precedentemente), gli ebrei stanziati in
Palestina diventano 4.100.000 al termine del periodo 1948-1961".
D'altronde, le cifre che ho fornito successivamente, sempre sulla base
dell'Atlante del Gilbert, dovrebbero chiarire il concetto: 657.000 nel
1948, 1.203.000 nel 1950, 1.810.000 nel 1958 ecc.
Forse non lo sa: ma nella lingua italiana ci possono essere errori di
ortografia, ed errori di sintassi.
Se io scrivessi: La popolazione italiana � passata dai 32.475.000 del
1900 ai sesanta milioni del 2007
commetterei un errore ortografico. (sesanta con una sola s)
Per� se scrivessi: La popolazione italiana � passata dai quindici
milioni del 1900 ai sessanta del 2007, non commetterei alcun errore
ortografico, ma un grave errore di sintassi se con la frase avessi
inteso affermare che i quindici milioni c'erano nel 1800.
Lo stesso vale se lei mi cita il 1948 per fornirmi il numero degli ebrei
presenti nel 1914.
Post by i***@tin.it
Per avere una cifra che copra i "sei milioni di scomparsi", deve
sommare gli addendi (gi� forniti) relativi all'incremento di
popolazione ebraica non solo in Palestina, ma anche in USA, Canada,
Inghilterra, Argentina, Brasile, Sudafrica, Messico (oltre ad altri
paesi che non ho compresi nel calcolo).
Tutti paesi che hanno rifiutato di accogliere gli ebrei sia prima che
dopo la guerra mondiale. Per cui non mi spiego come abbiano fatto ad
arrivarci. Ne i dati in mio possesso confermano queste trasmigrazioni.
Post by i***@tin.it
Post by Arduino
Riguardo agli Usa ho invece qua sotto i dati di Artamano che
parlano di
Post by i***@tin.it
Post by Arduino
4,6 milioni di ebrei presenti nel 1939. Ha ragione Artamano, o ha
ragione Gilbert con i suoi 2.515.000?
Non so da dove provengano i dati citati dal signor Artamano. Io
ricavo i miei dall'autorevole e, direi, "ufficiale" Atlante di Storia
Ebraica di un autore ebreo pubblicato da una casa editrice ebraica.
Si potrebbe forse spiegare cos� l'apparente contraddizione: il calcolo
fatto da Gilbert � restrittivo, in quanto il criterio che lo ispira
considera ebrei a pieno titolo solo quelli rispondenti a requisiti
religiosi oltre che etnici.
Non credo che in anni in cui la laicit� poteva riguardare solo qualche
libero pensatore, sia spiegabile una forbice cos� amplia. Pertanto mi
vedo costretto a rimanere sulle mie posizioni, augurandovi che in futuro
possiate fornirmi dati che mi convincano.
Ad'I
DA: Jurgen Graf, PERDITE DI POPOLAZIONE EBRAICA NELLA SFERA
D'INFLUENZA TEDESCA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il pi� importante esperto di prima della guerra sulle statistiche
della popolazione ebraica, Arthur Ruppin, afferm� che c'erano 16.7
milioni di ebrei nel mondo nel 1939. Per i primi anni del dopoguerra,
il World Almanac diede le cifre seguenti: 15.19 milioni per il 1945 e
15.7 milioni per i quattro anni successivi, dal 1946 al 1949. Ma nel
suo numero del 1949, il World Almanac cit� le cifre fornite
dall'American Jewish Committee, secondo cui c'erano stati 16.6 milioni
di ebrei nel 1939 e sono 11.2 milioni nel 1947.[12] D'altro lato, in
un articolo pubblicato sul New York Times, di propriet� ebraica,
all'inizio del 1948, Hanson Baldwin, un esperto militare e specialista
della Palestina, afferm� che c'erano nel mondo tra i 15 e i 18 milioni
di ebrei[13]. Come vedete, le statistiche della popolazione ebraica
mondiale vi permettono facilmente sia di provare che l'Olocausto ebbe
luogo sia il contrario; dipende solo da quali statistiche preferite
credere. Non � in queste statistiche che possiamo trovare la risposta
alla nostra questione di quanti ebrei perirono realmente come
risultato della politica tedesca.
Artamano
2007-08-25 19:19:00 UTC
Permalink
Post by Arduino
Ma conosco i vostri argomenti e li trovo inconsistenti. Non ci si può
nascondere dietro un dito. Un Popolo è semiscomparso dall'Europa, non si
può nasconderlo con discussioni sulle distanze delle camere a gas dagli
alloggi dei nazisti.
non dimentichiamo le ottime opere edite in italiano tra cui STUDI
REVISIONISTICI di Franco Deana. Edizioni GRAPHOS.
reperibile a http://www.libreriaar.it/
Le statistiche ufficiali delle popolazioni possono risultare suscettibili di
discussione quando si verificano spostamenti in massa, perché molti
trasferimenti sfuggono alle autorità di partenza e di destinazione. Quando
poi i trasferimenti sono provocati da eventi bellici o da disastri
ambientali, carestie e stragi in massa delle popolazioni nemiche, ogni
rilevarnento statistico diventa quasi impossibile.

Si consideri anche che, dopo la seconda guerra mondiale, le statistiche
europee avrebbero dovuto valutare i trasferimenti, le stragi in massa, in
presenza dei contrapposti interessi al gonfiamento delle stragi subite e
all'occultamento di quelle effettuate.

Le difficoltà aumentano nelle statistiche postbelliche delle popolazioni
ebraiche, per essere queste ultime soggette a frequenti spostamenti
volontari o forzati, e per essere inoltre interessate a non figurare nei
censimenti onde evitare di allarmare i paesi ospitanti.

Si ritengono più attendibili di quelle postbelliche le statistiche
precedenti la seconda guerra mondiale, e particolarmente quelle relative
all'effettiva consistenza di una determinata etnia o di una determinata
confessione religiosa. Comunque, è necessario interpretare razionalmente e
confrontare le statistiche esistenti.

Secondo il Calendario Atlante De Agostini, nel 1940, su una popolazione
mondiale di 2,155 miliardi, 2,045 miliardi di uomini aderivano a una delle
più importanti religioni, e solo 110 milioni, il 5%, erano "pagani o senza
religione".

Nel 1991 su una popolazione mondiale di 5,094 miliardi, sono stati censiti
come aderenti a una delle grandi religioni 3,582 miliardi di uomini, fra i
quali 18 milioni di ebrei, e il resto, cioè 1,512 miliardi, il 30%, come
confessanti altre religioni o atei.

Dunque, gli aderenti ad altre religioni e agnostici o atei, censiti dal 1940
al 1991, sono aumentati dal 5 al 30%; anche se si è verificato un aumento
dei membri di nuove sette cristiane, ecc., è evidente che è molto aumentata
la massa degli agnostici o degli atei.




Popolazione ebraica


Sempre secondo il Calendario Atlante De Agostini (edd. degli anni citati),
gli israeliti (ebrei) nel mondo erano:


1904 9.000.000

1914 12.000.000

1920 13.000.000

1940 16.600.000

Essi erano aumentati quindi dell'84,4% in 36 anni. Queste statistiche si
devono ritenere attendibili in quanto non influenzate dalle ricadute
politiche e sociali delle perdite avvenute durante la seconda guerra
mondiale.


1) Popolazione ebraica negli Stati Uniti


Esaminiamo ora le statistiche degli ebrei presenti negli USA, loro paese di
elezione, giacché vi si è trasferita la maggior parte delle loro
popolazioni. Non per niente New York era ed è la più grande città ebraica
del mondo (nel 1940, su una popolazione di 7 milioni di abitanti, vi erano
2,5 milioni di ebrei).

L'edizione del 1991 del Calendario chiarisce che in America esistono
"statistiche tenute dalle varie Chiese, nelle quali però sono compresi
[solo] gli ufficialmente iscritti e praticanti" (p. 586).

Gli ebrei "ufficialmente iscritti" nei registri sinagogali e in documenti
del genere negli USA erano:

ANNO
milioni

1940
4,65 (p. 40)

1948
4+5 (p. 395)

1952 5

1955
5,5
1964
5,6

1969
5,87
1975
6,115
1980
5,92

1983
5,728

1986
5,814

1987
5,944

1988
5,935

1991
5,981

Quindi dal 1940 al 1991, in 51 anni, gli ebrei sarebbero aumentati solo da
4,65 a 5,981 milioni e sarebbero addirittura diminuiti rispetto al 1975,
malgrado l'aumento naturale della popolazione e i milioni di ebrei immigrati
dall'ex Unione Sovietica e dall'Europa.

Anche se New York era il comune porto di sbarco degli immigrati europei e se
gli ebrei preferivano stabilirsi nelle grandi città, la sproporzione fra i
2,5 milioni di residenti ebrei a New York nel 1938-40 e i 2,15 milioni di
residenti ebrei nel resto del paese è troppo elevata e fa pensare a una
sottostima, anche perché era più facile censire gli immigrati a New York,
dato che altrove spesso essi erano in transito.

Evidentemente l'effettiva popolazione ebraica è molto maggiore (è ciò che
pensava Arthur Koestler e ciò che pensa oggi Norman Finkelstein). Per
valutarla calcoliamo un aumento naturale dal 1940 al 1991 proporzionale a
quello verificatosi dal 1904 al 1940, e cioè 4,65 x 1,844 x 51 / 36 = 12,15
milioni circa. Anche se dopo il 1940 si fosse verificato un calo nella
natalità, esso doveva venir compensato dalla diminuita mortalità per
malattie.

Per un riscontro ci riferiamo all'accrescimento annuo della popolazione in
Israele, accrescimento che nel 1987 è stato del 2,27 - 0,67 = 1,60% annuo
(p. 357). Calcolando lo stesso aumento per la popolazione ebraica negli USA,
risulterebbe una popolazione attuale di circa 10,45 milioni.

Tuttavia si osserva che il coefficiente di aumento della popolazione ebraica
negli USA potrebbe essere maggiore se rispondesse al vero quanto dichiarato
il 16 agosto 1963 dal presidente israeliano David Ben Gurion: la popolazione
ebraica negli USA, ufficialmente di 5,6 milioni, non era inferiore ai 9
milioni (in R. Harwood, Ne sono davvero morti sei milioni?, Genova,2000, p.
33). I 9 milioni del 1963, con l'incremento naturale dell'1,6% annuo,
sarebbero diventati 14 milioni nel 1991.


2) Emigrazione dall'URSS


Secondo il "Jerusalem Report" del maggio 1995 la popolazione ebraica
nell'Unione Sovietica, dal 1946 al 1995, si era ridotta da 4,6 a 1,24
milioni. Tenendo conto dell'aumento naturale della popolazione, si può
stimare che 5 milioni di ebrei siano emigrati negli USA o in Israele, la cui
popolazione ebraica nello stesso periodo è globalmente aumentata di circa 3
milioni.

Si può quindi stimare che 2 milioni di ebrei sovietici siano emigrati in
America, direttamente o transitando per Israele. Si tenga anche presente
che, fino al 1978, su 35.000 nordamericani o canadesi emigrati in Israele,
solo 5.400 vi si stabilirono, ritenendo gli altri più utile per Israele la
loro attività negli USA. Evidentemente l'emigrazione dal Nord America verso
Israele è trascurabile (si veda Roger Garaudy, I miti fondatori della
politica israeliana, Genova, 1996, p. 133).




3) Emigrazione dall'Europa e altri paesi fra il 1974 e il 1991


Nel 1974 (anno preso a caso) e nel 1991 le popolazioni ebraiche nei vari
Stati (esclusi Israele, Stati Uniti e Unione Sovietica) risultavano
2.744.682 e 2.876.872 unità, con un aumento di 132.190. Applicando alle
relative popolazioni l'aumento dell'1,6% registrato in Israele, i 2.744.682
del 1971 sarebbero diventati nel 1991 circa 3.595.000, cioè sarebbero
aumentati di 0,85 milioni, di cui oltre 0,72 milioni evidentemente enúgrati
negli USA (si veda, più avanti, la tabella delle popolazioni ebraiche).




4) Emigrazione dall'Europa dal 1946 al 1973


Il confronto con le popolazioni registrate nel 1991 è stato limitato al 1974
e non è stato esteso agli anni dei dopoguerra perché le statistiche
diventavano sempre più incomplete e con variazioni di non lieve entità nel
giro di pochi anni. Per esempio, dal 1956 al 1974 le popolazioni ebraiche
risultavano aumentate in Francia da 150.000 a 520.000 (per l'afflusso di
ebrei dall'Algeria), in Gran Bretagna da 300.000 a 450.000, mentre in
Romania c'era stato un calo da 700.000 a 120.000, in Ungheria da 400.000 a
43.000, in Polonia da 80.000 a 12.000, in Olanda da 44.000 a 23.000.


Come si spiegano queste riduzioni? E la Romania, l'Ungheria e la Polonia non
erano separate dal resto dell'Europa dalla cortina di ferro? Eppure è noto
che soprattutto nei 27 anni che corrono dal 1946 al 1973 l'immigrazione
ebraica negli USA è stata notevole e potrebbe spiegare qualche variazione
statistica. Anche se fosse stata percentualmente della stessa entità di
quella calcolata fra il 1974 e il 1991, risulterebbe di 0,72 x 27 / 17 =
1,14 milioni.


Stima della polazione ebraica mondiale

In totale, la popolazione ebraica negli USA calcolata ai par. 1 , 2 , 3 e
4 risulta di 12,15 + 2 + 0,72 + 1,14 = 16,01 milioni, con uno scarto fra
quella censita e quella stirnata di 2,67 milioni.

Se la popolazione ebraica del resto del mondo fosse stata sottostimata nella
stessa proporzione, nel 1991 risulterebbe una maggiore popolazione mondiale
di 2.876.872 x 1,67 = 4,8 milioni; ma questa è un'ipotesi priva di
riscontri.

Arbitrariamente valuteremo in altri 2 milioni la popolazione ebraica non
censita.

In conclusione la popolazione ebraica mondiale nel 1991 risultava la
seguente (in milioni):

Stima popolazione ebraica negli USA
16,01

Popolazione nell'ex URSS
1,2

Popolazione negli altri paesi al 1991
2,9

Popolazione ebraica in Israele
3,6

Sottostima negli altri Paesi
2

Possibile emigrazione negli USAfra il 1946 e il 1973
1,14

Totale
25,71

(Cfr. Eugenio Saraceni, Breve storia degli ebrei, 1979, il quale scrive che
gli ebrei rappresentano solo "il 5 per mille della popolazione mondiale",
dato corrispondente a una popolazione ebraica di 21,74 milioni nel 1979 e 25
milioni nel 1991. )

L'aumento risulta incompatibile con la morte di 6 milioni di ebrei, in
quanto questa avrebbe ridotto il loro numero sul piano mondiale nel 1945 a
10,6 milioni. Wiesenthal ha dichiarato il 2 maggio 1982 al "Post" che
nei lager nazisti sarebbero morti 11 milioni di ebrei. A prendere per buona
questa cifra, gli ebrei sopravvissuti sarebbero stati poco più di 5 milioni!
(nota: Si noti che il "New York Times" del 15 febbraio 1948 valutava gli
ebrei nel mondo tra 15.600.000 e 18.700.000 come cit. in R. Harwood,
Auschwitz o della soluzione finale, Milano, 1978, p. 9).

Le statistiche si arrestano al 1991 perché proprio in quell'anno un
periodico aveva pubblicato un testo in cui il qui scrivente sosteneva che,
se gli ebrei considerati tali per confessione religiosa erano 18 milioni
(Calendario Atlante, p. 26), quelli considerati (o da considerare) tali per
appartenenza etnica, cioè per appartenenza a un gruppo definito dal possesso
di certi tratti culturali, dovevano essere più numerosi.


Dal 1992 al 1999 la tabella degli aderenti alle grandi religioni è stata
omessa nelle edizioni del Calendario Atlante ed è stata reinserita in quella
del 2000. Mettiamo a confronto le cifre (rispettivamente pp. 26 e 38):


1991
2000



Cattolici 952.000.000
1.047.000.000

Protestanti 556.000.000
360.000.000

Ortodossi 162.000.000
226.000.000

altri (anglicani)
341.000.000

Musulmani 881.000.000
1.142.000.000

Ebrei 18.000.000
15.300.000

Buddisti 312.000.000
354.500.000

Induisti 663.000.000
746.000.000

Altri 38.000.000
22.000.000

totale 3.582.000.000
4.253.800.000



Come si vede, dal 1991 al 2000, il numero degli aderenti alle grandi
religioni è aumentato, eccezion fatta per gli ebrei, che sono (sarebbero)
diminuiti.

In questi anni non ci sono state conversioni in massa o stermini di ebrei;
evidentemente sono state eseguite rielaborazioni statistiche.

La riduzione da 18 a 15,3 milioni del numero degli ebrei si può giustificare
col fatto che la prima cifra si riferiva a tutti gli ebrei e la seconda solo
a quelli praticanti, e a conferma si nota che lo stesso Calendario Atlante
riporta la cifra di 17.981.460 ebrei in tutto il mondo (p. 357). Tuttavia
ricordiamo che dai calcoli prima svolti la popolazione ebraica negli USA
risultava di 16,01 milioni; e questi 16,01 milioni, sommati ai 3.481.400 di
abitanti ebrei di Israele, davano già un totale superiore ai 18.000.000, e
ciò, dunque, senza tener conto del resto del mondo.

Si noti che il "Daily Express" del 1 maggio 1945 in un articolo di un
corrispondente aveva riferito che nel campo di Dachau negli ultimi mesi
erano morti di fame e malattie 13.000 prigionieri e ne erano stati liberati
32.000, affamati. E il "Daily Mail" del 2 maggio dello stesso anno aveva
scritto:


Da quando gli Alleati hanno invaso la Germania sono stati liberati più di
2,5 milioni di esuli, profughi e prigionieri di guerra che risultavano nelle
liste SHAEF, settore profughi (displaced persons). Si ritiene che sotto
controllo tedesco ci siano ancora da 3 a 6 milioni di profughi.


Quindi la maggior parte degli internati era viva e fu liberata; e ciò vale
anche per gli internati ebrei.


(Nella pagina che segue il lettore trova la tabella delle popolazioni
ebraiche 1974-1991 con esclusione di Stati Uniti, Israele e Unione
Sovietica.)

Popolazioni ebraiche (1974-1991) con esclusione di Stati Uniti, Israele e
Unione Sovietica

Nazione 1974 1991
+ -



Austria 12.000 12.000

Belgio 41.000
000 - 6.000

Cecoslovacchia 15.000
- 9.000

Danimarca 6.000
- 2.383

Finlandia 1.280
1 - 309

Francia 520.000 650.000
+ 130.000

Germania 31.700
- 4.148

Gran Bretagna 450.000 450.000

Grecia 6.500
0 - 1.500

Irlanda 3.255
7 -1.128

Italia 35.000 35.000

Iugoslavia 7.000 7.000

Liechtenstein 25
- 3

Lussemburgo 643 699
+ 56

Norvegia 855 1.044
+ 189

Olanda 23.000

Polonia 12.000 12.000

Romania 120.000 120.000

Spagna 7.000 7.000

Svezia 13.000 16.000
+ 3.000

Svizzera 20.744
860 - 884

Ungheria 43.000 43.000

Afghanistan 800 800

India 16.000 16.000

Iran 68.000 80.000
+ 12.000

Iraq 2.500 2.500

Libano 6.000 6.000

Siria 4.000

Turchia 38.000 38.000

Algeria 1.000

Tunisia 23.000 23.000

Marocco 70.000
0.000 - 30.000

Sudafrica 114.762 125.000
+ 10.238

Zaire 1.500 1.500

Zimbabwe 6.000

Canada 254.368 296.425
+ 42.057

Costarica 1.500 1.500

Giamaica 600

Messico 100.750
4 - 19.016

Argentina 450.000 500.000
+ 50.000

Brasile 140.000
119.000 - 21.000

Cile 30.000 30.000

Uruguay 50.000 50.000

Nuova Zelanda 5.000
- 1.079

Totale 2.744.682 2.876.872
+ 132.190





Altre notizie statistiche



Il mito dello sterminio ebraico non solo è incompatibile con le precedenti
valutazioni statistiche, ma è contraddetto anche da dati fomiti subito dopo
la seconda guerra mondiale.


1)

Popolazioni ebraiche secondo Léon Poliakov e Josef Wulf (Das Dritte Reich
und die Juden, Berlin, 1955, p. 229)


1939
1945

URSS(zoneoccupate) 2.100.000
1.500.000

Germania 210.000
170.000

Austria 60.000
40.000

Ungheria 404.000
200.000

2)
Ebrei in Europa nel 1947 - Congresso Ebraico Mondiale (Calendario Atlante De
Agostini, 1952, p. 46)


URSS 2.000.000

Romania 410.000

Gran Bretagna 390.000

Francia 180.000

Germania 198.000

Ungheria 190.000

Polonia 90.000

Italia 55.000

Bulgaria 49.000

Cecoslovacchia 48.000

Austria 45.500

Belgio 40.000

Altri 137.500

Totale 3.833.000



3)



Popolazione ebraica in Europa secondo la Commissione Anglo-Americana
sull'ebraismo mondiale e la Palestina, Losanna 20 aprile 1946 (Enciclopedia
Treccani,Aggiornamento 1938-48 ,I, 1948, p. 813)




1939
1946



Albania 200
300

Austria 60.000
15.000

Belgio 90.000
33.000

Bulgaria 50.000
45.000

Cecoslovacchia 315.000
65.000

Danimarca 7.000
5.500

Finlandia 2.000
1.800

Francia 320.000
180.000

Germania 215.000
94.000

Grecia 75.000
10.000

Italia 50.000
46.000

Jugoslavia 75.000
11.000

Lussemburgo 3.500
500

Norvegia 2.000
1.000

Olanda 150.000
30.000

Polonia 3.351.000
80.000

Romania 850.000
336.000

Ungheria 400.000
200.000
totale 6.015.700
1.153.000




4)

Il 30 giugno 1965 il giomale ebraico di New York "Der Aufbau" ha riferito
che 3.375.000 persone avevano presentato domanda di riparazioni per i danni
subiti durante il nazismo (in R. Garaudy, op. cit., p. 68).

Il giomalista americano A. Doksen Marcus, in una corrispondenza da
Gerusalemme del marzo 1993, aveva calcolato che gli ebrei cittadini di
Israele reduci dell' olocausto erano 300.000 (si veda "Il Borghese", 18
luglio 1993). Questo, 48 anni dopo la fine della guerra. Considerando la
mortalità, i profughi dalla Germania stati almeno il doppio. A questi si
devono aggiungere gli ancor più numerosi ebrei emigrati negli USA
attraverso Israele.

L'espulsione degli ebrei dalla Germania era iniziata subito dopo il 1933, e
"nel luglio 1939, su 560.000 ebrei non ne restavano vivi in Germania che
215.000" (Emil Ludwig, La conquista morale della Germania, Milano, 1948, p.
123). L'espulsione era proseguita dopo lo scoppio della guerra, attraverso i
paesi neutrali, anche se con crescenti difficoltà perché nessuno li voleva,
come documenta il libro "Ebrei in vendita? " di Yehuda Bauer (Milano, 1998).

Secondo l'indagine del Congresso Ebraico Mondiale, nel 1947 in Germania gli
ebrei erano ancora 198.000, cioè poco meno che nel 1939, ma va tenuto
presente il fatto che ne erano affluiti moltissimi dall'Europa orientale a
partire dal 1945.

Se ci fosse stato un piano di sterminio in massa, logicamente le prime
vittime sarebbero stati gli ebrei tedeschi in quanto erano i primi a
disposizione e i più detestati, come sostiene Goldhagen. Si può ipotizzare
che gli ebrei emigrati negli Stati Uniti o in Palestina prima della guerra
siano rientrati nella Germania distrutta, immiserita, sotto la protezione
dell'esercito alleato, nel 1946?

Al massimo poteva rientrare qualche capofarniglia per tentare di far valere
le proprie ragioni e compiere le proprie vendette, ma non è credibile il
rientro, di intere famiglie emigrate da 5 -10 anni. Quanto al ritomo degli
ebrei che si erano rifugiati in Unione Sovietica, come risulta dalle
testimonianze citate più avanti, si è verificato parecchio tempo dopo.

Invece gli ebrei in Polonia erano 3.315.000 nel 1939 e 90.000 nel 1947. Non
è credibile che i tedeschi abbiano voluto sterminare solo gli ebrei
polacchi. Non sarebbe stato necessario, del resto, che agissero
direttamente. Vi avrebbero provveduto gli stessi polacchi. Sarebbe bastato
lasciarli liberi di agire.

Come è stato documentato anche da Rudi Assuntino e Wlodek Goldkorn nel libro
" Il guardiano. Marek Edelmann racconta "(Palermo, 1998), il 4 luglio 1946 a
Kielce, in Polonia, si verificò un pogrom che provocò la fuga in Germania di
150.000 ebrei (quelli che sarebbero stati inviati già precedentemente nelle
camere a gas), creando imbarazzo alle autorità alleate. Furono fatti
emigrare a tempo di primato negli USA o in Palestina. Evidentemente il
numero degli ebrei sopravvissuti era molto superiore a quello ufficiale. E'
logico pensare, inoltre, che gli ebrei non fossero fuggiti solo nella
Germania occidentale e che complessivamente fossero di più.

Si ritiene che questi ebrei in transito non siano da includere nel numero di
quelli sopravvissuti in Germania, in quanto la loro stima era datata 2
aprile 1946, cioè precedentemente al pogrom.

Si nota anche che gli ebrei ungheresi erano 450.000 nel 1938 e 190.000 nel
1947, anche se la storia ufficiale e tante testimonianze affermano che gli
ebrei ungheresi nel maggio-giugno 1944 erano stati tutti deportati ad
Auschwitz e inviati subito nelle camere a gas.

L'inattendibilità delle statistiche correnti è stata confermata da Shalom
Baron (insegnante di storia ebraica all'Università di Colombia), il quale,
in data 24 aprile 1964, di fronte al tribunale di Gerusalemme, ha sostenuto
che nel 1945, quando la Polonia era stata liberata dai russi, 700.000 ebrei
polacchi erano ancora vivi. Anche il n. 143 del 1961 di "Jedioth Hazem" (Tel
Aviv) ha scritto che "il numero degli ebrei polacchi attualmente viventi
fuori dalla Polonia si approssima ai due milioni" (in Paul Rassinier, Il
dramma degli ebrei europei, Roma, 1967, p. 20).
Arduino
2007-08-25 22:16:56 UTC
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Post by Artamano
Sempre secondo il Calendario Atlante De Agostini (edd. degli anni citati),
1904 9.000.000
1914 12.000.000
1920 13.000.000
1940 16.600.000
Essi erano aumentati quindi dell'84,4% in 36 anni. Queste statistiche si
devono ritenere attendibili in quanto non influenzate dalle ricadute
politiche e sociali delle perdite avvenute durante la seconda guerra
mondiale.
1) Popolazione ebraica negli Stati Uniti
Esaminiamo ora le statistiche degli ebrei presenti negli USA, loro paese di
elezione, giacché vi si è trasferita la maggior parte delle loro
popolazioni. Non per niente New York era ed è la più grande città ebraica
del mondo (nel 1940, su una popolazione di 7 milioni di abitanti, vi erano
2,5 milioni di ebrei).
L'edizione del 1991 del Calendario chiarisce che in America esistono
"statistiche tenute dalle varie Chiese, nelle quali però sono compresi
[solo] gli ufficialmente iscritti e praticanti" (p. 586).
Gli ebrei "ufficialmente iscritti" nei registri sinagogali e in documenti
ANNO
milioni
1940
4,65 (p. 40)
1948
4+5 (p. 395)
1952 5
1955
5,5
1964
5,6
1969
5,87
1975
6,115
1980
5,92
1983
5,728
1986
5,814
1987
5,944
1988
5,935
1991
5,981
Quindi dal 1940 al 1991, in 51 anni, gli ebrei sarebbero aumentati solo da
4,65 a 5,981 milioni e sarebbero addirittura diminuiti rispetto al 1975,
malgrado l'aumento naturale della popolazione e i milioni di ebrei immigrati
dall'ex Unione Sovietica e dall'Europa.
Anche se New York era il comune porto di sbarco degli immigrati europei e se
gli ebrei preferivano stabilirsi nelle grandi città, la sproporzione fra i
2,5 milioni di residenti ebrei a New York nel 1938-40 e i 2,15 milioni di
residenti ebrei nel resto del paese è troppo elevata e fa pensare a una
sottostima, anche perché era più facile censire gli immigrati a New York,
dato che altrove spesso essi erano in transito.
Evidentemente l'effettiva popolazione ebraica è molto maggiore
Affrontando un problema per volta: (però ti avviso subito che Non esiste
alcuna storia ufficiale che affermi che gli ebrei ungheresi siano stati
tutti sterminati) Parlando dei dati Usa, in primo luogo si nota subito
che Gilbert dava i numeri del lotto, visto che tu fornisci il dato di
4,6 milioni nel 1940, mentre per il buon Gilbert sarebbero stati
2.515.000. Inoltre, se veramente ci fosse stato un grosso nucleo non
censito di ebrei emigrato in America in un periodo bellico o
immediatamente successivo, non si capisce perché questi ebrei non
sarebbero usciti in seguito. Ipotizziamo che quattro milioni di ebrei
fossero emigrati negli Usa nel dopoguerra (senza che nessuno si
accorgesse) Ipotizziamo che le prime statistiche non li avessero
rilevati, ma poi pian piano sarebbero apparsi, perché nascondersi dopo
sessant'anni? Basterebbe dire che si è trattato di un naturale tasso di
crescita. Sarebbe stato plausibilissimo, visto che tu stesso affermi che
sia strano il fatto che dal 1.945 ad oggi siano cresciuti pochissimo.
Mentre riguardo alla scarsa crescita, non presenta nulla di strano. Vero
che è molto calata rispetto al periodo prebellico, ma se si tiene conto
che prima gli ebrei emigravano verso l'America, successivamente
l'emigrazione è stata soprattutto verso Israele, che il tasso di
natalità si è abbassato, e che la tua statistica tiene conto solo dei
praticanti, Hai un quadro plausibilissimo. Nessun aumento, Nel periodo
bellico e post bellico. Lenta naturale crescita successivamente.
Ciao
Ad'I
Artamano
2007-08-26 18:11:08 UTC
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Post by Arduino
praticanti, Hai un quadro plausibilissimo. Nessun aumento, Nel periodo
bellico e post bellico. Lenta naturale crescita successivamente.
Ciao
Ad'I
appunto ma allora dove sarebbe l'ammanco dei sei milioni?
Arduino
2007-08-26 20:44:45 UTC
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Post by Artamano
Post by Arduino
praticanti, Hai un quadro plausibilissimo. Nessun aumento, Nel periodo
bellico e post bellico. Lenta naturale crescita successivamente.
Ciao
Ad'I
appunto ma allora dove sarebbe l'ammanco dei sei milioni?
Se negli Usa ed in Israele nel periodo bellico ed immediatamente
postbellico non aumentano. Se in Europa nello stesso periodo avviene un
ammanco di sei milioni, a me sembra l'ammanco ci sia.
Ciao
Ad'I
Artamano
2007-08-27 21:08:05 UTC
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Post by Arduino
Se negli Usa ed in Israele nel periodo bellico ed immediatamente
postbellico non aumentano. Se in Europa nello stesso periodo avviene un
ammanco di sei milioni, a me sembra l'ammanco ci sia.
Ciao
ma appunto l'ammanco non c'è.
Quando noi sentiamo i giornali e le televisioni parlare di 6.000.000 di
Ebrei uccisi nei campi di sterminio non ci viene mai indicata la fonte di
questa cifra. Ebbene la fonte é solo una ed é l'Enciclopedia Ebraica dove il
totale e di 5.820.960. Adesso, io sicuramente non sono uno storico, ma mi
hanno sempre insegnato che bisogna diffidare delle cifre che vengono fornite
da una delle due parti coinvolte, e che per lo meno più di una fonte deve
essere citata. La cifra di 6.000.000 dopo essere stata ripetuta per Milioni
di volte nei giornali, televisioni e film di Hollywood é diventata
ufficiale. Questo nonostante, gia alla fine della guerra, si fosse in
possesso di statistiche accurate sul numero degli Ebrei prima e dopo la
guerra, e dei loro movimenti migratori fuori dall'Europa, verso l'America la
Palestina e la Russia.
Secondo l'Appendice N°VII, "Statistiche sull'Affiliazione Religiosa", del
libro del Senato Americano "A Report of the Committee on the Judiciary of
the United States Senate" del 1950, il numero di Ebrei nel mondo in
quell'anno era di 15.713.638. La stessa fonte nel 1940 riporta il numero di
Ebrei nel mondo a 15.319.359. Se lo studio statistico del governo Americano
é corretto la popolazione Ebraica non diminuì durante la guerra, ma subì un
piccolo incremento.
Se in 3/4 anni i tedeschi avessero fatto sparire 6 milioni di ebrei, si
potrebbe concludere che c'è stato un olocausto. Ma da dove proviene la cifra
di 6 milioni? Questa cifra ci viene presentata come derivante da studi
scientifici. In realtà è stata introdotta per la prima volta al Tribunale di
Norimberga, da Höttl, che non aveva veste di testimone, presentata in una
sua deposizione scritta, ma non davanti ai giudici. Höttl racconta che
Eichmann avrebbe detto d'essere saltato di gioia apprendendo che 6 milioni
di ebrei erano stati liquidati. Attenzione: il Tribunale ha rifiutato la
deposizione di Höttl!
Nel 1983 un ricercatore, che si firma Walter Sanning, ha prodotto uno studio
statistico - "The dissolution of Eastern European Jewry" (La dissoluzione
dell'ebraismo est europeo) - sui trasferimenti delle popolazioni ebraiche
dell'Europa Orientale, ove precisa che una parte cospicua è emigrata,
durante la guerra e dopo, in Palestina, altri negli USA, in Cina, in Sud
America. Ad altri ebrei, fra quelli trasferiti all'est dai tedeschi, i
sovietici non consentirono di ritornare all'ovest. In conclusione, afferma
Sanning, gli ebrei che avrebbero potuto essere sterminati dai
nazionalsocialisti erano 3/400.000. Tutti gli altri ebrei si sa che non sono
morti, ma sopravvissuti alla guerra.
Di fronte alla serietà dello studio di Sanning, gli storici ebrei sono
costretti ad ammettere che non c'è stato sterminio, ma che vi sono comunque
stati massacri qua e là. Gli storici ebrei sanno che 6 milioni di morti è
una cifra, in quel contesto, impossibile (ciò è quanto sono costretti ad
ammettere nelle loro pubblicazioni che hanno diffusione ristretta, mentre al
grande pubblico le lobbies giornalistiche e televisive seguitano a propinare
la leggenda dei 6 milioni).
Non mancano oltretutto testimonianze di fonte ebraica che contraddicono la
tesi ufficiale sull'argomento. Per esempio.
1938: L'Annuario Mondiale ("World Almanac") censisce 15.688.259 ebrei, in
tutto il mondo. Questo dato è fornito al "World Almanac" dall' "American
Jewish Committee" (Comitato Ebreo Americano) e, altresì, dal "Jewish
Statistical Bureau of the Synagogues of America
1948: Secondo un articolo apparso nel "New York Times" del 22 febbraio 1948,
firmato dal Mr. Hanson W. Baldwin, esperto di questioni demografiche del
giornale,gli ebrei esistenti in tutto il mondo sono valutati tra i
15.600.000 e i 18.700.000. Va detto che oltretutto il direttore e
proprietario del giornale è l'ebreo Arthur Sulzberger, noto come sostenitore
incondizionato del Sionismo.
Accogliendo dunque la valutazione superiore di Mr. Baldwin,cioè di
18.700.000 ebrei, risulterebbe che, nei dieci anni intercorsi dal 1938 al
1948 - periodo che include gli anni del conflitto 1939-1945 e durante i
quali si pretende che Hitler abbia fatto ammazzare sei milioni di ebrei, la
popolazione mondiale ebraica sarebbe nondimeno
aumentata di oltre tre milioni di unità. Ma se, agli effetti della
comparazione, ammettiamo per vero l'ipotetico sterminio hitleriano di sei
milioni di ebrei, ci troviamo a concludere che l'incremento demografico
reale dovrebbe essere di oltre nove milioni di unità. Giacché l'incremento
di tre milioni è solo apparente: occorrono altri sei milioni di sterminati,
ergo l'incremento reale è (sarebbe ... ) di nove milioni...
E questo incremento ad opera dei nove milioni di superstiti, dato che sei
milioni, dei 15 milioni da cui abbiam preso le mosse, sono mancanti
all'appello...
Allora è giocoforza ammettere che in quei dieci anni la popolazione ebraica
sia semplicemente... raddoppiata! Affermazione un pò forte perchè intale
popolazione vanno compresi classi età differenti con solo una frazione atta
alla procreazione.Senza contare il fatto che il periodo di guerra e
persecuzione avrebbe limitato la natalità. Nulla di sorprendente allora
che lo stesso ebreo Allen Lesser si trovasse costretto a concedere, in un
articolo dal titolo Isteria antidiffamatoria, apparso nell'edizione
primaverile del 1946 della rivista "Menorah Journal", che "secondo quanto
divulgato, durante gli anni dell'immediato dopoguerra, dalle agenzie di
stampa giudaiche, il numero di ebrei morti in Europa supera di svariati
milioni quello di cui i nazisti non sospettarono mai l'esistenza".
.sergio.
2007-08-28 08:56:00 UTC
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Post by Artamano
Se in 3/4 anni i tedeschi avessero fatto sparire 6 milioni di ebrei, si
ehila' merdaccia nazista,
tu e i tuoi amichetti "storicHi" invece avete presente quanti
cittadini e prigionieri sovietici sono stati fatti sparire nei lager
dai tedeschi?
Artamano
2007-08-28 20:39:31 UTC
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Post by .sergio.
ehila' merdaccia nazista,
tu e i tuoi amichetti "storicHi" invece avete presente quanti
cittadini e prigionieri sovietici sono stati fatti sparire nei lager
dai tedeschi?
e questo che c'entra?
Non è in discussione la bontà del nazismo ma il mito olocaustico
.sergio.
2007-08-29 09:17:08 UTC
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Post by Artamano
Post by .sergio.
ehila' merdaccia nazista,
tu e i tuoi amichetti "storicHi" invece avete presente quanti
cittadini e prigionieri sovietici sono stati fatti sparire nei lager
dai tedeschi?
e questo che c'entra?
rispondi un po' merdaccia neonazista alla sloamm, invece di scappare
come sempre.
Arduino
2007-08-30 00:22:54 UTC
Permalink
Post by Artamano
Popolazione ebraica
Sempre secondo il Calendario Atlante De Agostini (edd. degli anni citati),
1904 9.000.000
1914 12.000.000
1920 13.000.000
1940 16.600.000
Essi erano aumentati quindi dell'84,4% in 36 anni. Queste statistiche si
devono ritenere attendibili in quanto non influenzate dalle ricadute
politiche e sociali delle perdite avvenute durante la seconda guerra
mondiale.
Quindi gli ebrei erano 18 milioni.
Non 15,3 come scrivi da un altra parte
Post by Artamano
1) Popolazione ebraica negli Stati Uniti
Gli ebrei "ufficialmente iscritti" nei registri sinagogali e in documenti
ANNO
milioni
1940
4,65 (p. 40)
1948
4+5 (p. 395)
Dunque durante il periodo bellico ed immediatamente successivo, non c'è
stata crescita ebraica negli Usa.
Pertanto gli ebrei mancanti in Europa non sono andati li.
Post by Artamano
3) Emigrazione dall'Europa e altri paesi fra il 1974 e il 1991
Nel 1974 (anno preso a caso) e nel 1991 le popolazioni ebraiche nei vari
Stati (esclusi Israele, Stati Uniti e Unione Sovietica) risultavano
2.744.682 e 2.876.872
4) Emigrazione dall'Europa dal 1946 al 1973
Come si nota, una popolazione molto inferiore al preguerra.
Post by Artamano
Stima popolazione ebraica negli USA
16,01
Come già detto una stima del genere non ha alcun fondamento.


Wiesenthal ha dichiarato il 2 maggio 1982 al "Post" che
Post by Artamano
nei lager nazisti sarebbero morti 11 milioni di ebrei.
A meno di un lapsus, nessuno ha mai sostenuto una cifra del genere.
Undici milioni è comprensivo di tutti i morti, non dei soli ebrei.
Post by Artamano
Da quando gli Alleati hanno invaso la Germania sono stati liberati più di
2,5 milioni di esuli, profughi e prigionieri di guerra che risultavano nelle
liste SHAEF, settore profughi (displaced persons). Si ritiene che sotto
controllo tedesco ci siano ancora da 3 a 6 milioni di profughi.
Quindi la maggior parte degli internati era viva e fu liberata; e ciò vale
anche per gli internati ebrei.
Una cifra da tre a sei milioni, non vuol dire niente.
Inoltre si sa che in Germania furono liberati moltissimi prigionieri (di
cui seicentomila italiani) Ma questo non implica ci fosse fra loro un
gran numero di ebrei (Solo calcolando sei milioni di russi e sei milioni
di ebrei prigionieri, le cifre da te date già denotano un ammanco da 3,5
a 6,5 milioni di persone)
Post by Artamano
Popolazioni ebraiche (1974-1991) con esclusione di Stati Uniti, Israele e
Unione Sovietica
Nazione 1974 1991
+ -
Polonia 12.000 12.000
In Polonia c'erano tre milioni di ebrei
Dove sono finite quelli eccedenti il 12.000?
Post by Artamano
Se ci fosse stato un piano di sterminio in massa, logicamente le prime
vittime sarebbero stati gli ebrei tedeschi in quanto erano i primi a
disposizione e i più detestati,
No, a parte hitler che era completamente fuori, molti capi nazisti
riconoscevano che avevano cultura tedesca.
Post by Artamano
Invece gli ebrei in Polonia erano 3.315.000 nel 1939 e 90.000 nel 1947. Non
è credibile che i tedeschi abbiano voluto sterminare solo gli ebrei
polacchi. Non sarebbe stato necessario, del resto, che agissero
direttamente. Vi avrebbero provveduto gli stessi polacchi. Sarebbe bastato
lasciarli liberi di agire.
Ecco che tu stesso fornisci le cifre dello sterminio avvenuto in Polonia.
Quanto al fatto che lasciati liberi i polacchi li avrebbero sterminati
loro, debbo ammettere che la Polonia pullulava di canaglie antisemite.
Ma comunque da sempre i polacchi erano liberi, ed uno sterminio totale
non era mai avvenuto.
Post by Artamano
Come è stato documentato anche da Rudi Assuntino e Wlodek Goldkorn nel libro
" Il guardiano. Marek Edelmann racconta "(Palermo, 1998), il 4 luglio 1946 a
Kielce, in Polonia, si verificò un pogrom che provocò la fuga in Germania di
150.000 ebrei (quelli che sarebbero stati inviati già precedentemente nelle
camere a gas), creando imbarazzo alle autorità alleate. Furono fatti
emigrare a tempo di primato negli USA o in Palestina. Evidentemente il
numero degli ebrei sopravvissuti era molto superiore a quello ufficiale. E'
logico pensare, inoltre, che gli ebrei non fossero fuggiti solo nella
Germania occidentale e che complessivamente fossero di più.
I sopravvissuti furono il 10% pertanto 300.000 persone circa
Post by Artamano
Si nota anche che gli ebrei ungheresi erano 450.000 nel 1938 e 190.000 nel
1947, anche se la storia ufficiale e tante testimonianze affermano che gli
ebrei ungheresi nel maggio-giugno 1944 erano stati tutti deportati ad
Auschwitz e inviati subito nelle camere a gas.
Nessuno sostiene questo.
La storia di Perlasca sta a testimonianza che per fortuna non ci fu uno
sterminio totale degli ebrei ungheresi.
Ciao
Ad'I

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