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Verità senza realismo-di Carlo Mattogno
(troppo vecchio per rispondere)
artamano
2004-10-27 19:29:43 UTC
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La collana visione e revisione storica è stata inaugurata nel 1991, con la
pubblicazione, da
parte delle Edizioni di Ar, http://www.libreriaar.it , del mio primo studio
revisionistico, La soluzione finale. Problemi e
polemiche. Il revisionismo storico, fondato dall'ex resistente francese Paul
Rassinier, afferma
che il piano di sterminio in massa presuntamente ordinato dal governo del
Reich durante la
seconda guerra mondiale, e che avrebbe dovuto essere attuato essenzialmente
in appositi campi
di sterminio situati in Polonia, mediante camere a gas costruite a scopo
omicida — come se ne
racconta nella storiografia ufficiale —, non ha alcun fondamento provato.
Nato dall'esperienza
diretta di Rassinier della vita in due campi di concentramento, il
revisionismo, dopo un
necessario periodo di incubazione, ha cominciato ad assumere rigore
scientifico all'inizio degli
anni Ottanta, grazie soprattutto a studiosi come Robert Faurisson, Wilhelm
Stäglich e Arthur
Butz. Dall'inizio degli anni Novanta, dopo l'apertura degli archivi — prima
segreti — dell'ex
Unione Sovietica, i progressi storiografici del revisionismo sono stati
immensi.
Il mio primo studio pubblicato nella collana sopra indicata espone il
bilancio dello stato
della ricerca risultante dagli atti di due importanti congressi
internazionali che si svolsero nella
prima metà degli anni Ottanta, e mostra l'ineluttabile sfacelo della
storiografia ufficiale. Partita
inizialmente dall'ipotesi dell'esistenza di un ordine scritto di sterminio
ebraico, passata poi,
inevitabilmente, all'ipotesi di un ordine verbale, ora essa si è ridotta,
con la sua corrente
funzionalistica, all'ipotesi del "cenno della testa": Hitler avrebbe fatto
capire ai propri
collaboratori che desiderava lo sterminio ebraico con un... cenno della
testa! Il mio studio
delinea inoltre la genesi e lo sviluppo della "soluzione finale",
dimostrando che essa non era un
piano di sterminio, bensì un piano di trasferimento ebraico nei territori
orientali occupati dai
Tedeschi.
Auschwitz: la prima gasazione, apparso nel 1992 (1), è uno studio specifico
di 190 pagine,
ancora insuperato, che dimostra l'inconsistenza storico-documentaria del
presunto evento
indicato nel titolo, il quale avrebbe successivamente innescato le gasazioni
in massa ad
Auschwitz. Esso è riuscito persine a scuotere le certezze di Jean-Claude
Pressac, che, in una
intervista apparsa nel 2000 (2), è giunto a dubitare della realtà storica
della prima gasazione.
Auschwitz: fine di una leggenda (1994) (3) è un'analisi storico-tecnica del
libro di J.-
C.Pressac, Les crématoires d'Auschwitz. La machinerie du meurtre de masse
(4), all'epoca
imbandito come la confutazione totale e definitiva del revisionismo. In
realtà, questo testo
forniva una clamorosa conferma delle tesi revisionistiche su Auschwitz e ciò
fu presto
riconosciuto dai 'professi' della religione olocaustica. Dopo il fervido
entusiasmo iniziale, infatti,
Pressac subì un ostracismo rigoroso, da parte degli ambienti storiografici
ufficiali, durato fino
alla sua morte, avvenuta il 28 luglio 2003, che è passata inosservata dalla
stampa, perfino
francese!
Intervista sull'Olocausto, apparso nel 1995 (5), contiene il testo di una
intervista che
doveva essere pubblicata, sulla rivista Historia, insieme a quella di un
antagonista, il prof.
Cajani. Ma, all'ultimo momento, il direttore della rivista decise di
ospitare soltanto l'intervista al
prof. Cajani, temendo evidentemente che essa sfigurasse in un confronto
dialettico diretto.
Olocausto: dilettanti allo sbaraglio (1996) è una sorta di vademecum di
oltre 300 pagine
che espone e confuta in modo sistematico le menzogne e le imposture di
storici accreditati (e
improvvisati) come Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Deborah Lipstadt,
Till Bastian,
Florent Brayard, e altri personaggi minori. Nel 1995, grazie all'aiuto delle
Edizioni di Ar, potei
recarmi per la prima volta, insieme a Jürgen Graf, a Mosca, per esaminare i
documenti di
Auschwitz sequestrati nel 1945 dall'Armata Rossa e conservati nell'archivio
di via Viborgskaja.
Seguirono poi altre visite, in questo e in altri archivi dell'Europa
orientale. Il primo frutto della
documentazione da me raccolta è La "Zentralbauleitung der Waffen-SS und
Polizei Auschwitz"
(1998), uno studio storico sulla struttura e il funzionamento della
Direzione centrale delle
costruzioni di Auschwitz (responsabile della costruzione dei campi di
Auschwitz e Birkenau) di
cui, dall'apertura degli archivi ex sovietici, tutti parlavano, ma nessuno
sapeva esattamente
come fosse articolata, quali fossero i suoi compiti e come svolgesse le sue
attività
amministrative. Si tratta dunque di uno studio che fornisce un contributo
positivo alla
conoscenza di questo importante ufficio di Auschwitz. In tale saggio,
descrivo anche l'attività
delle ditte civili (almeno 46) e degli operai civili (800-1000), che
lavorarono nel "campo di
sterminio" di Birkenau, dalla sua costruzione alla sua chiusura, nel gennaio
1945!
Sonderbehandlung ad Auschwitz. Genesi e significato, pubblicato nel 2001
(6),
costituisce un altro contributo alla storia del campo di concentramento di
Auschwitz. Sulla base
di nuovi documenti (prima ignoti ai massimi esperti mondiali ufficiali di
Auschwitz), molti dei
quali sono riprodotti in fotocopia, dimostro che termini quali
Sonderbehandlung (trattamento
speciale), Sonderaktion (azione speciale) e simili, cui la storiografia
ufficiale attribuisce
significati criminali, si riferivano, in realtà, a dettagli ordinari e
innocui della vita nel campo.
Prossimamente, nella collana "visione e revisione storica" sarà inoltre
pubblicato un mio
monumentale studio, realizzato con la collaborazione dell'ing. Franco Deana,
e intitolato Forni
crematori di Auschwitz. L'opera si articola in due volumi. Il primo, di
testo, conta oltre 500
pagine e si suddivide in due parti. La prima si concentra sulle
caratteristiche storico-tecniche
della cremazione moderna, con particolare riferimento ai forni a gasogeno
riscaldati con coke (il
sistema di riscaldamento in uso nei crematori di Auschwitz-Birkenau).
La seconda parte è incentrata sulla ditta Topf und Sohne di Erfurt e
descrive, tra l'altro,
con la massima accuratezza, la struttura e il funzionamento dei forni
crematori da essa costruiti
ad Auschwitz-Birkenau; anche le questioni del consumo di coke, della durata
del processo di
cremazione e della capacità di cremazione degli impianti, vi sono studiate
con rigore scientifico.
Il secondo volume, è esclusivamente documentario e contiene 270 documenti —
in gran parte
inediti — e 360 fotografie, che illustrano in massima parte i forni
crematori dei campi di
concentramento ancora esistenti (crematori di Gusen, Dachau, Mauthausen,
Auschwitz,
Buchenwald, Stutthof, Lublino-Majdanek, Gross-Rosen, Terezin: tutti
esaminati e fotografati
personalmente). Quest'opera dovrebbe spazzare via in modo definitivo il
delirium
technologicum che ancora imperversa nella storiografia ufficiale su questo
argomento.
Dalla metà degli anni Novanta, ripeto, il revisionismo ha fatto dei
progressi enormi, come
è attestato dalla relativa letteratura scientifica. Nel 1997, è apparso il
primo numero della rivista
Vierteljahreshefte für freie Geschichtsforschung (Quaderni trimestrali per
la libera ricerca
storica), la più importante a livello mondiale, alla quale collaborano i
massimi specialisti. Il mio
contributo a essa consta di numerosi articoli scientifici, dedicati in
massima parte ad Auschwitz,
come "I 'Gasprüfer' di Auschwitz" (marzo 1998); "Le 'camere a gas' di
Majdanek" (giugno 1998);
"'Un documento chiave' — una interpretazione alternativa.
Sulla sospetta falsificazione della lettera della Zentralbauleitung del
28.6.1943 relativa
alla capacità dei crematori" (giugno 2000); "Le camere mortuarie
seminterrate di Birkenau:
locali antiaerei o camere di disinfestazione?" (agosto 2000); "La
deportazione degli Ebrei
ungheresi del maggio-luglio 1944. Bilancio provvisorio" (dicembre 2001); "La
'scoperta del
'Bunker 1' di Birkenau: vecchie e nuove imposture" (giugno 2002); "'Niente
buchi, niente
camere a gas'. Studio storico-tecnico sulla questione delle aperture di
introduzione dello Zyklon
B sul soffitto del Leichenkeller 1 del crematorio II di Birkenau" (settembre
2002); "Le nuovere
visioni di Fritjof Meyer" (dicembre 2002); "'Fosse di cremazione' è falda
freatica a Birkenau"
(dicembre 2002); "La cifra dei quattro milioni di Auschwitz: genesi,
revisioni e conseguenze"
(aprile 2003); "Franciszek Piper e 'II numero dei morti di Auschwitz'"
(aprile 2003); "La
'gasazione' degli zingari ad Auschwitz il 2.8.1944 (aprile 2003); "Il ghetto
di Lodz nella
propaganda olocaustica. L'evacuazione del ghetto di Lodz e le deportazioni
ad Auschwitz"
(aprile 2003); "KL Sachsenhausen. Comunicazioni della forza e 'azioni di
sterminio' 1940-1945"
(luglio 2003); "Esperimenti di combustione con carne e grasso animale. Sulla
questione delle
fosse di cremazione nei presunti campi di sterminio del Terzo Reich" (luglio
2003); "Le camere
mortuarie seminterrate dei crematori di Birkenau alla luce dei documenti"
(dicembre 2003);
"Auschwitz: Gasprüfer e prova del gas residuo" (dicembre 2003); "Fiamme e
fumo dai camini
dei crematori" (dicembre 2003). Il numero di dicembre contiene anche un mio
scritto
commemorativo intitolato "II mio ricordo di Jean-Claude Pressac".
A partire dal 1998, ho iniziato un profìcuo sodalizio letterario con lo
storico revisionista
svizzero Jürgen Graf, dal quale sono nati tre studi fondamentali pubblicati
da Germar Rudolf:
KL Majdanek. Eine historische und technische Studie [II KL di Majdanek.
Studio storicotecnico],
Castle Hill Publishers, 1998 (7); Dos Konzentrationstager Stutthof und seine
Funktion
in der nationalsozialistischen Judenpolitik, Castle Hill Publishers, 1999
(8); Treblinka.
Vernichtungslager oder Durchgangslager? [Treblinka. Campo di sterminio o
campo di
transito?], Castle Hill Publishers, 2002, opera di oltre 400 pagine.
Circa lo sviluppo futuro del revisionismo storico, si può solo ripetere il
noto motto
faurissoniano: il futuro del revisionismo è roseo, quello dei revisionisti
nero.





1 Ed. francese: Auschwitz: le premier gazage, VH.O. Berchem, Belgio, 1999.
2 Cfr. V. Igounet, Histoire du négationnisme en France, Seuil, p. 644.
3 Ed. americana: Auschwitz. The End of a Legend, Institute for Historical
Review, 1994.
4 CNRS Ed., 1993; trad. it. Le macchine dello sterminio, Auschwitz
1941-1945, Feltrinelli, 1994.
5 Ed. americana: My banned holocaust Interview, Granata 1996.
6 Ed. tedesca: Sonderbehandlung in Auschwitz. Entstehung und Bedeutung eines
Begriffs, Castle Hill Publishers, 2003.
7 Ora disponibile anche in inglese: Concentration Camp Majdanek. A
Historical and Technical Study, Theses &
Dissertations Press, Chicago 2003.
8 Disponibile anche in italiano: KL Stutthof. Il campo di concentramento di
Stutthof e la sua funzione nella politica
ebraica nazionalsocialista, Effepi, Genova 2003; e in inglese: Concentration
Camp Stutthof and its Function in
National-Socialist Jewish Policy,
Theses & Dissertations Press, Chicago 2003.
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Subject: IL RESTO DEL SICLO


Ecco una rivista mensile dedicata al revisionismo delle guerre mondiali,
delle odierne guerre coloniali in Afghanistan, in Iraq e in Palestina, ed
anche delle guerre future preparate dai pazzi della Casa Bianca
Analisi, informazioni, commenti, documenti


IL RESTO DEL SICLO


***@yahoo.it



N° 10 -- Ottobre 2004
SOMMARIO
Comunicato sul rapimento di Simona Torretta e Simona Pari, Campo
Antiimperialista
Nel lager di Guantanamo di Guy Fawkes
Falluja, i marine americani: "Uccisi oltre cento miliziani".
"E' ora di riconsiderare il ritiro dell'Iraq" Financial Times
La Likudizzazione del mondo: la vera eredità dell'11 settembre, Naomi Klein
Notizie dell'occupazione de .... l'Italia
Sigonella concede il bis Antonio Mazzeo
Israel Shamir: Il Don Chisciotte della Terra Santa
Alleanza... radicale? Andrea Carancini
La mistificazione del XX secolo Robert Faurisson
Le tracce di Mosè
Negazionismo ed antimperialismo. L'incontro
Ernst Zündel: un innocente dimenticato Gian Franco Spotti
Nascita e sviluppo del mito olocaustico di Giorgio Vitali
I segreti di Arolsen (Faurisson)
Verità senza realismo di Carlo Mattogno
Riflettori sul massacro di Katyn, Emanuele Giordana
Il libro di Yonassan Gershom
Da Pirandello a Barry Chamish, Mario Costa Cardòl


Con la collaborazione - volontaria o non - di Guy Fawkes, Naomi Klein,
Antonio Mazzeo, Andrea Carancini, Robert Faurisson, Gian Franco Spotti,
Giorgio Vitali, Carlo Mattogno, Emanuele Giordana, Mario Costa Cardòl, e
tanti altri.

Scaricabile gratuitamente ai siti:
http://aaargh-international.org/ital/ital.html
http://www.vho.org/aaargh/ital/ital.html
amalric
2004-10-27 21:52:52 UTC
Permalink
Post by artamano
La collana visione e revisione storica è stata inaugurata nel 1991, con la
pubblicazione, da
parte delle Edizioni di Ar, http://www.libreriaar.it , del mio primo studio
revisionistico, La soluzione finale. Problemi e
polemiche. Il revisionismo storico, fondato dall'ex resistente francese Paul
Rassinier, afferma
che il piano di sterminio in massa presuntamente ordinato dal governo del
Reich durante la
seconda guerra mondiale, e che avrebbe dovuto essere attuato essenzialmente
in appositi campi
di sterminio situati in Polonia, mediante camere a gas costruite a scopo
omicida — come se ne
racconta nella storiografia ufficiale —, non ha alcun fondamento provato.
Invito i partecipanti a questo NG a rendersi conto dei fatti realmente
accaduti attraverso i documenti desegretati sull'olocausto ai National
Archives di Washington. Documenti d'epoca consultabili presso:

http://www.archives.gov/research_room/holocaust_era_assets/records_and_re
search/declassifications.html

E che si faccia fallire questo tentativo miserabile, a 50 anni di
distanza di coartare e nascondere la verita'.

Se questo gruppo fosse moderato avrei gia' chiesto di rifiutare
l'accesso al NG all'autore di cui sopra per apologia del fascismo.

A.
samuele
2004-10-28 09:33:22 UTC
Permalink
da quello che ho letto...nn mi sembra che artamano abbia in qualche modo
esaltato il nazismo...mi sembra piu' che altro un tentativo di
spiegazione...condivisibile o no...
El Ritual
2004-10-28 10:51:21 UTC
Permalink
Post by amalric
Invito i partecipanti a questo NG a rendersi conto dei fatti realmente
accaduti attraverso i documenti desegretati sull'olocausto ai National
http://www.archives.gov/research_room/holocaust_era_assets/records_and_re
search/declassifications.html
Gestito direttamente dagli Ebrei, che, essendo una parte in causa, non
possono dare un resoconto obiettivo.
Post by amalric
E che si faccia fallire questo tentativo miserabile, a 50 anni di
distanza di coartare e nascondere la verita'.
Se questo gruppo fosse moderato avrei gia' chiesto di rifiutare
l'accesso al NG all'autore di cui sopra per apologia del fascismo.
Non si può tentare di censurare tutto ciò che non è di proprio personale
gradimento...
artamano
2004-10-31 13:14:42 UTC
Permalink
Post by amalric
E che si faccia fallire questo tentativo miserabile, a 50 anni di
distanza di coartare e nascondere la verita'.
Se questo gruppo fosse moderato avrei gia' chiesto di rifiutare
l'accesso al NG all'autore di cui sopra per apologia del fascismo.
curioso come si pretenda di difendere una presunta verità storica con la
censura.
Se la verità sono i famosi sei milioni come mai non si portano le prove
della loro scomparsa dalla popolazione ebraica del dopoguerra ?
tratto del libro STUDI REVISIONISTICI di Franco Deana. Edizioni GRAPHOS.
reperibile a http://www.libreriaar.it/
Le statistiche ufficiali delle popolazioni possono risultare suscettibili di
discussione quando si verificano spostamenti in massa, perché molti
trasferimenti sfuggono alle autorità di partenza e di destinazione. Quando
poi i trasferimenti sono provocati da eventi bellici o da disastri
ambientali, carestie e stragi in massa delle popolazioni nemiche, ogni
rilevarnento statistico diventa quasi impossibile.

Si consideri anche che, dopo la seconda guerra mondiale, le statistiche
europee avrebbero dovuto valutare i trasferimenti, le stragi in massa, in
presenza dei contrapposti interessi al gonfiamento delle stragi subite e
all'occultamento di quelle effettuate.

Le difficoltà aumentano nelle statistiche postbelliche delle popolazioni
ebraiche, per essere queste ultime soggette a frequenti spostamenti
volontari o forzati, e per essere inoltre interessate a non figurare nei
censimenti onde evitare di allarmare i paesi ospitanti.

Si ritengono più attendibili di quelle postbelliche le statistiche
precedenti la seconda guerra mondiale, e particolarmente quelle relative
all'effettiva consistenza di una determinata etnia o di una determinata
confessione religiosa. Comunque, è necessario interpretare razionalmente e
confrontare le statistiche esistenti.

Secondo il Calendario Atlante De Agostini, nel 1940, su una popolazione
mondiale di 2,155 miliardi, 2,045 miliardi di uomini aderivano a una delle
più importanti religioni, e solo 110 milioni, il 5%, erano "pagani o senza
religione".

Nel 1991 su una popolazione mondiale di 5,094 miliardi, sono stati censiti
come aderenti a una delle grandi religioni 3,582 miliardi di uomini, fra i
quali 18 milioni di ebrei, e il resto, cioè 1,512 miliardi, il 30%, come
confessanti altre religioni o atei.

Dunque, gli aderenti ad altre religioni e agnostici o atei, censiti dal 1940
al 1991, sono aumentati dal 5 al 30%; anche se si è verificato un aumento
dei membri di nuove sette cristiane, ecc., è evidente che è molto aumentata
la massa degli agnostici o degli atei.




Popolazione ebraica


Sempre secondo il Calendario Atlante De Agostini (edd. degli anni citati),
gli israeliti (ebrei) nel mondo erano:


1904 9.000.000

1914 12.000.000

1920 13.000.000

1940 16.600.000

Essi erano aumentati quindi dell'84,4% in 36 anni. Queste statistiche si
devono ritenere attendibili in quanto non influenzate dalle ricadute
politiche e sociali delle perdite avvenute durante la seconda guerra
mondiale.


1) Popolazione ebraica negli Stati Uniti


Esaminiamo ora le statistiche degli ebrei presenti negli USA, loro paese di
elezione, giacché vi si è trasferita la maggior parte delle loro
popolazioni. Non per niente New York era ed è la più grande città ebraica
del mondo (nel 1940, su una popolazione di 7 milioni di abitanti, vi erano
2,5 milioni di ebrei).

L'edizione del 1991 del Calendario chiarisce che in America esistono
"statistiche tenute dalle varie Chiese, nelle quali però sono compresi
[solo] gli ufficialmente iscritti e praticanti" (p. 586).

Gli ebrei "ufficialmente iscritti" nei registri sinagogali e in documenti
del genere negli USA erano:

ANNO
milioni

1940
4,65 (p. 40)

1948
4+5 (p. 395)

1952 5

1955
5,5
1964
5,6

1969
5,87
1975
6,115
1980
5,92

1983
5,728

1986
5,814

1987
5,944

1988
5,935

1991
5,981

Quindi dal 1940 al 1991, in 51 anni, gli ebrei sarebbero aumentati solo da
4,65 a 5,981 milioni e sarebbero addirittura diminuiti rispetto al 1975,
malgrado l'aumento naturale della popolazione e i milioni di ebrei immigrati
dall'ex Unione Sovietica e dall'Europa.

Anche se New York era il comune porto di sbarco degli immigrati europei e se
gli ebrei preferivano stabilirsi nelle grandi città, la sproporzione fra i
2,5 milioni di residenti ebrei a New York nel 1938-40 e i 2,15 milioni di
residenti ebrei nel resto del paese è troppo elevata e fa pensare a una
sottostima, anche perché era più facile censire gli immigrati a New York,
dato che altrove spesso essi erano in transito.

Evidentemente l'effettiva popolazione ebraica è molto maggiore (è ciò che
pensava Arthur Koestler e ciò che pensa oggi Norman Finkelstein). Per
valutarla calcoliamo un aumento naturale dal 1940 al 1991 proporzionale a
quello verificatosi dal 1904 al 1940, e cioè 4,65 x 1,844 x 51 / 36 = 12,15
milioni circa. Anche se dopo il 1940 si fosse verificato un calo nella
natalità, esso doveva venir compensato dalla diminuita mortalità per
malattie.

Per un riscontro ci riferiamo all'accrescimento annuo della popolazione in
Israele, accrescimento che nel 1987 è stato del 2,27 - 0,67 = 1,60% annuo
(p. 357). Calcolando lo stesso aumento per la popolazione ebraica negli USA,
risulterebbe una popolazione attuale di circa 10,45 milioni.

Tuttavia si osserva che il coefficiente di aumento della popolazione ebraica
negli USA potrebbe essere maggiore se rispondesse al vero quanto dichiarato
il 16 agosto 1963 dal presidente israeliano David Ben Gurion: la popolazione
ebraica negli USA, ufficialmente di 5,6 milioni, non era inferiore ai 9
milioni (in R. Harwood, Ne sono davvero morti sei milioni?, Genova,2000, p.
33). I 9 milioni del 1963, con l'incremento naturale dell'1,6% annuo,
sarebbero diventati 14 milioni nel 1991.


2) Emigrazione dall'URSS


Secondo il "Jerusalem Report" del maggio 1995 la popolazione ebraica
nell'Unione Sovietica, dal 1946 al 1995, si era ridotta da 4,6 a 1,24
milioni. Tenendo conto dell'aumento naturale della popolazione, si può
stimare che 5 milioni di ebrei siano emigrati negli USA o in Israele, la cui
popolazione ebraica nello stesso periodo è globalmente aumentata di circa 3
milioni.

Si può quindi stimare che 2 milioni di ebrei sovietici siano emigrati in
America, direttamente o transitando per Israele. Si tenga anche presente
che, fino al 1978, su 35.000 nordamericani o canadesi emigrati in Israele,
solo 5.400 vi si stabilirono, ritenendo gli altri più utile per Israele la
loro attività negli USA. Evidentemente l'emigrazione dal Nord America verso
Israele è trascurabile (si veda Roger Garaudy, I miti fondatori della
politica israeliana, Genova, 1996, p. 133).




3) Emigrazione dall'Europa e altri paesi fra il 1974 e il 1991


Nel 1974 (anno preso a caso) e nel 1991 le popolazioni ebraiche nei vari
Stati (esclusi Israele, Stati Uniti e Unione Sovietica) risultavano
2.744.682 e 2.876.872 unità, con un aumento di 132.190. Applicando alle
relative popolazioni l'aumento dell'1,6% registrato in Israele, i 2.744.682
del 1971 sarebbero diventati nel 1991 circa 3.595.000, cioè sarebbero
aumentati di 0,85 milioni, di cui oltre 0,72 milioni evidentemente enúgrati
negli USA (si veda, più avanti, la tabella delle popolazioni ebraiche).




4) Emigrazione dall'Europa dal 1946 al 1973


Il confronto con le popolazioni registrate nel 1991 è stato limitato al 1974
e non è stato esteso agli anni dei dopoguerra perché le statistiche
diventavano sempre più incomplete e con variazioni di non lieve entità nel
giro di pochi anni. Per esempio, dal 1956 al 1974 le popolazioni ebraiche
risultavano aumentate in Francia da 150.000 a 520.000 (per l'afflusso di
ebrei dall'Algeria), in Gran Bretagna da 300.000 a 450.000, mentre in
Romania c'era stato un calo da 700.000 a 120.000, in Ungheria da 400.000 a
43.000, in Polonia da 80.000 a 12.000, in Olanda da 44.000 a 23.000.


Come si spiegano queste riduzioni? E la Romania, l'Ungheria e la Polonia non
erano separate dal resto dell'Europa dalla cortina di ferro? Eppure è noto
che soprattutto nei 27 anni che corrono dal 1946 al 1973 l'immigrazione
ebraica negli USA è stata notevole e potrebbe spiegare qualche variazione
statistica. Anche se fosse stata percentualmente della stessa entità di
quella calcolata fra il 1974 e il 1991, risulterebbe di 0,72 x 27 / 17 =
1,14 milioni.


Stima della polazione ebraica mondiale

In totale, la popolazione ebraica negli USA calcolata ai par. 1 , 2 , 3 e
4 risulta di 12,15 + 2 + 0,72 + 1,14 = 16,01 milioni, con uno scarto fra
quella censita e quella stirnata di 2,67 milioni.

Se la popolazione ebraica del resto del mondo fosse stata sottostimata nella
stessa proporzione, nel 1991 risulterebbe una maggiore popolazione mondiale
di 2.876.872 x 1,67 = 4,8 milioni; ma questa è un'ipotesi priva di
riscontri.

Arbitrariamente valuteremo in altri 2 milioni la popolazione ebraica non
censita.

In conclusione la popolazione ebraica mondiale nel 1991 risultava la
seguente (in milioni):

Stima popolazione ebraica negli USA
16,01

Popolazione nell'ex URSS
1,2

Popolazione negli altri paesi al 1991
2,9

Popolazione ebraica in Israele
3,6

Sottostima negli altri Paesi
2

Possibile emigrazione negli USAfra il 1946 e il 1973
1,14

Totale
25,71

(Cfr. Eugenio Saraceni, Breve storia degli ebrei, 1979, il quale scrive che
gli ebrei rappresentano solo "il 5 per mille della popolazione mondiale",
dato corrispondente a una popolazione ebraica di 21,74 milioni nel 1979 e 25
milioni nel 1991. )

L'aumento risulta incompatibile con la morte di 6 milioni di ebrei, in
quanto questa avrebbe ridotto il loro numero sul piano mondiale nel 1945 a
10,6 milioni. Wiesenthal ha dichiarato il 2 maggio 1982 al "Post" che
nei lager nazisti sarebbero morti 11 milioni di ebrei. A prendere per buona
questa cifra, gli ebrei sopravvissuti sarebbero stati poco più di 5 milioni!
(nota: Si noti che il "New York Times" del 15 febbraio 1948 valutava gli
ebrei nel mondo tra 15.600.000 e 18.700.000 come cit. in R. Harwood,
Auschwitz o della soluzione finale, Milano, 1978, p. 9).

Le statistiche si arrestano al 1991 perché proprio in quell'anno un
periodico aveva pubblicato un testo in cui il qui scrivente sosteneva che,
se gli ebrei considerati tali per confessione religiosa erano 18 milioni
(Calendario Atlante, p. 26), quelli considerati (o da considerare) tali per
appartenenza etnica, cioè per appartenenza a un gruppo definito dal possesso
di certi tratti culturali, dovevano essere più numerosi.


Dal 1992 al 1999 la tabella degli aderenti alle grandi religioni è stata
omessa nelle edizioni del Calendario Atlante ed è stata reinserita in quella
del 2000. Mettiamo a confronto le cifre (rispettivamente pp. 26 e 38):


1991
2000



Cattolici 952.000.000
1.047.000.000

Protestanti 556.000.000
360.000.000

Ortodossi 162.000.000
226.000.000

altri (anglicani)
341.000.000

Musulmani 881.000.000
1.142.000.000

Ebrei 18.000.000
15.300.000

Buddisti 312.000.000
354.500.000

Induisti 663.000.000
746.000.000

Altri 38.000.000
22.000.000

totale 3.582.000.000
4.253.800.000



Come si vede, dal 1991 al 2000, il numero degli aderenti alle grandi
religioni è aumentato, eccezion fatta per gli ebrei, che sono (sarebbero)
diminuiti.

In questi anni non ci sono state conversioni in massa o stermini di ebrei;
evidentemente sono state eseguite rielaborazioni statistiche.

La riduzione da 18 a 15,3 milioni del numero degli ebrei si può giustificare
col fatto che la prima cifra si riferiva a tutti gli ebrei e la seconda solo
a quelli praticanti, e a conferma si nota che lo stesso Calendario Atlante
riporta la cifra di 17.981.460 ebrei in tutto il mondo (p. 357). Tuttavia
ricordiamo che dai calcoli prima svolti la popolazione ebraica negli USA
risultava di 16,01 milioni; e questi 16,01 milioni, sommati ai 3.481.400 di
abitanti ebrei di Israele, davano già un totale superiore ai 18.000.000, e
ciò, dunque, senza tener conto del resto del mondo.

Si noti che il "Daily Express" del 1 maggio 1945 in un articolo di un
corrispondente aveva riferito che nel campo di Dachau negli ultimi mesi
erano morti di fame e malattie 13.000 prigionieri e ne erano stati liberati
32.000, affamati. E il "Daily Mail" del 2 maggio dello stesso anno aveva
scritto:


Da quando gli Alleati hanno invaso la Germania sono stati liberati più di
2,5 milioni di esuli, profughi e prigionieri di guerra che risultavano nelle
liste SHAEF, settore profughi (displaced persons). Si ritiene che sotto
controllo tedesco ci siano ancora da 3 a 6 milioni di profughi.


Quindi la maggior parte degli internati era viva e fu liberata; e ciò vale
anche per gli internati ebrei.


(Nella pagina che segue il lettore trova la tabella delle popolazioni
ebraiche 1974-1991 con esclusione di Stati Uniti, Israele e Unione
Sovietica.)

Popolazioni ebraiche (1974-1991) con esclusione di Stati Uniti, Israele e
Unione Sovietica

Nazione 1974 1991
+ -



Austria 12.000 12.000

Belgio 41.000
000 - 6.000

Cecoslovacchia 15.000
- 9.000

Danimarca 6.000
- 2.383

Finlandia 1.280
1 - 309

Francia 520.000 650.000
+ 130.000

Germania 31.700
- 4.148

Gran Bretagna 450.000 450.000

Grecia 6.500
0 - 1.500

Irlanda 3.255
7 -1.128

Italia 35.000 35.000

Iugoslavia 7.000 7.000

Liechtenstein 25
- 3

Lussemburgo 643 699
+ 56

Norvegia 855 1.044
+ 189

Olanda 23.000

Polonia 12.000 12.000

Romania 120.000 120.000

Spagna 7.000 7.000

Svezia 13.000 16.000
+ 3.000

Svizzera 20.744
860 - 884

Ungheria 43.000 43.000

Afghanistan 800 800

India 16.000 16.000

Iran 68.000 80.000
+ 12.000

Iraq 2.500 2.500

Libano 6.000 6.000

Siria 4.000

Turchia 38.000 38.000

Algeria 1.000

Tunisia 23.000 23.000

Marocco 70.000
0.000 - 30.000

Sudafrica 114.762 125.000
+ 10.238

Zaire 1.500 1.500

Zimbabwe 6.000

Canada 254.368 296.425
+ 42.057

Costarica 1.500 1.500

Giamaica 600

Messico 100.750
4 - 19.016

Argentina 450.000 500.000
+ 50.000

Brasile 140.000
119.000 - 21.000

Cile 30.000 30.000

Uruguay 50.000 50.000

Nuova Zelanda 5.000
- 1.079

Totale 2.744.682 2.876.872
+ 132.190





Altre notizie statistiche



Il mito dello sterminio ebraico non solo è incompatibile con le precedenti
valutazioni statistiche, ma è contraddetto anche da dati fomiti subito dopo
la seconda guerra mondiale.


1)

Popolazioni ebraiche secondo Léon Poliakov e Josef Wulf (Das Dritte Reich
und die Juden, Berlin, 1955, p. 229)


1939
1945

URSS(zoneoccupate) 2.100.000
1.500.000

Germania 210.000
170.000

Austria 60.000
40.000

Ungheria 404.000
200.000

2)
Ebrei in Europa nel 1947 - Congresso Ebraico Mondiale (Calendario Atlante De
Agostini, 1952, p. 46)


URSS 2.000.000

Romania 410.000

Gran Bretagna 390.000

Francia 180.000

Germania 198.000

Ungheria 190.000

Polonia 90.000

Italia 55.000

Bulgaria 49.000

Cecoslovacchia 48.000

Austria 45.500

Belgio 40.000

Altri 137.500

Totale 3.833.000



3)



Popolazione ebraica in Europa secondo la Commissione Anglo-Americana
sull'ebraismo mondiale e la Palestina, Losanna 20 aprile 1946 (Enciclopedia
Treccani,Aggiornamento 1938-48 ,I, 1948, p. 813)




1939
1946



Albania 200
300

Austria 60.000
15.000

Belgio 90.000
33.000

Bulgaria 50.000
45.000

Cecoslovacchia 315.000
65.000

Danimarca 7.000
5.500

Finlandia 2.000
1.800

Francia 320.000
180.000

Germania 215.000
94.000

Grecia 75.000
10.000

Italia 50.000
46.000

Jugoslavia 75.000
11.000

Lussemburgo 3.500
500

Norvegia 2.000
1.000

Olanda 150.000
30.000

Polonia 3.351.000
80.000

Romania 850.000
336.000

Ungheria 400.000
200.000
totale 6.015.700
1.153.000




4)

Il 30 giugno 1965 il giomale ebraico di New York "Der Aufbau" ha riferito
che 3.375.000 persone avevano presentato domanda di riparazioni per i danni
subiti durante il nazismo (in R. Garaudy, op. cit., p. 68).

Il giomalista americano A. Doksen Marcus, in una corrispondenza da
Gerusalemme del marzo 1993, aveva calcolato che gli ebrei cittadini di
Israele reduci dell' olocausto erano 300.000 (si veda "Il Borghese", 18
luglio 1993). Questo, 48 anni dopo la fine della guerra. Considerando la
mortalità, i profughi dalla Germania stati almeno il doppio. A questi si
devono aggiungere gli ancor più numerosi ebrei emigrati negli USA
attraverso Israele.

L'espulsione degli ebrei dalla Germania era iniziata subito dopo il 1933, e
"nel luglio 1939, su 560.000 ebrei non ne restavano vivi in Germania che
215.000" (Emil Ludwig, La conquista morale della Germania, Milano, 1948, p.
123). L'espulsione era proseguita dopo lo scoppio della guerra, attraverso i
paesi neutrali, anche se con crescenti difficoltà perché nessuno li voleva,
come documenta il libro "Ebrei in vendita? " di Yehuda Bauer (Milano, 1998).

Secondo l'indagine del Congresso Ebraico Mondiale, nel 1947 in Germania gli
ebrei erano ancora 198.000, cioè poco meno che nel 1939, ma va tenuto
presente il fatto che ne erano affluiti moltissimi dall'Europa orientale a
partire dal 1945.

Se ci fosse stato un piano di sterminio in massa, logicamente le prime
vittime sarebbero stati gli ebrei tedeschi in quanto erano i primi a
disposizione e i più detestati, come sostiene Goldhagen. Si può ipotizzare
che gli ebrei emigrati negli Stati Uniti o in Palestina prima della guerra
siano rientrati nella Germania distrutta, immiserita, sotto la protezione
dell'esercito alleato, nel 1946?

Al massimo poteva rientrare qualche capofarniglia per tentare di far valere
le proprie ragioni e compiere le proprie vendette, ma non è credibile il
rientro, di intere famiglie emigrate da 5 -10 anni. Quanto al ritomo degli
ebrei che si erano rifugiati in Unione Sovietica, come risulta dalle
testimonianze citate più avanti, si è verificato parecchio tempo dopo.

Invece gli ebrei in Polonia erano 3.315.000 nel 1939 e 90.000 nel 1947. Non
è credibile che i tedeschi abbiano voluto sterminare solo gli ebrei
polacchi. Non sarebbe stato necessario, del resto, che agissero
direttamente. Vi avrebbero provveduto gli stessi polacchi. Sarebbe bastato
lasciarli liberi di agire.

Come è stato documentato anche da Rudi Assuntino e Wlodek Goldkorn nel libro
" Il guardiano. Marek Edelmann racconta "(Palermo, 1998), il 4 luglio 1946 a
Kielce, in Polonia, si verificò un pogrom che provocò la fuga in Germania di
150.000 ebrei (quelli che sarebbero stati inviati già precedentemente nelle
camere a gas), creando imbarazzo alle autorità alleate. Furono fatti
emigrare a tempo di primato negli USA o in Palestina. Evidentemente il
numero degli ebrei sopravvissuti era molto superiore a quello ufficiale. E'
logico pensare, inoltre, che gli ebrei non fossero fuggiti solo nella
Germania occidentale e che complessivamente fossero di più.

Si ritiene che questi ebrei in transito non siano da includere nel numero di
quelli sopravvissuti in Germania, in quanto la loro stima era datata 2
aprile 1946, cioè precedentemente al pogrom.

Si nota anche che gli ebrei ungheresi erano 450.000 nel 1938 e 190.000 nel
1947, anche se la storia ufficiale e tante testimonianze affermano che gli
ebrei ungheresi nel maggio-giugno 1944 erano stati tutti deportati ad
Auschwitz e inviati subito nelle camere a gas.

L'inattendibilità delle statistiche correnti è stata confermata da Shalom
Baron (insegnante di storia ebraica all'Università di Colombia), il quale,
in data 24 aprile 1964, di fronte al tribunale di Gerusalemme, ha sostenuto
che nel 1945, quando la Polonia era stata liberata dai russi, 700.000 ebrei
polacchi erano ancora vivi. Anche il n. 143 del 1961 di "Jedioth Hazem" (Tel
Aviv) ha scritto che "il numero degli ebrei polacchi attualmente viventi
fuori dalla Polonia si approssima ai due milioni" (in Paul Rassinier, Il
dramma degli ebrei europei, Roma, 1967, p. 20).

Claudio Bianchini
2004-10-28 14:37:18 UTC
Permalink
Post by artamano
La collana visione e revisione storica è stata inaugurata nel 1991, con la
pubblicazione, da
parte delle Edizioni di Ar, http://www.libreriaar.it , del mio primo studio
revisionistico, La soluzione finale. Problemi e
polemiche. Il revisionismo storico, fondato dall'ex resistente francese Paul
Rassinier, afferma
che il piano di sterminio in massa presuntamente ordinato dal governo del
Reich durante la
seconda guerra mondiale, e che avrebbe dovuto essere attuato
essenzialmente
in appositi campi
di sterminio situati in Polonia, mediante camere a gas costruite a scopo
omicida - come se ne
racconta nella storiografia ufficiale -, non ha alcun fondamento provato.
E i cadaveri ammucchiati a Babi-Yar? Stanno ancora lì e chiunque può andarci
a scavare, perchè non ti fai un giretto con un bel badile? Nel momento in
cui 60.000 individui vengono uccisi in 3-4 giorni con colpi alla nuca cosa
c'è da meravigliarsi se poi si passa alle camere a gas? Mi pare lo sbocco
naturale.
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