Luigi Miragliuolo
2004-09-11 11:10:40 UTC
In agosto ho avuto un dibattito piuttosto surreale alla luce di quello che
sto per postare, in quanto un epigono di pura marca fascista che con la
storia non ha molta dimestichezza, ha citato sempre quale prova
inconfutabile della cristallinità di Italo Balbo circa i fatti accaduti nel
1923 a Ferrara, e l'estraneità di questi nel delitto Don Minzoni. Non solo,
ma ha asserito che le responsabilità anadavno ripartite equamente tra
Socialisti (??) e fascisti, che peraltro Don Minzoni fu vittima per caso di
una sola bastonata datagli con un bastone da passeggio. A riguardo, ha
citato, a sproposito la biografia di Giorgio Rochat edita da UTET, e non si
è potuto fare altro che andare a comprarla e leggerla. E cosa abbiamo
scoperto ?
1. L'aggressione a Don Minzoni fu tutt'altro che un incidente, bensì fu
un'agguato organizzato dai due luogotenenti di Balbo, Raoul Forti comandante
della legione della Milizia di Ferrara e da Augusto Maran. La cosa fu
organizzata al punto tale che furono fatti venire da fuori Ferrara 2 militi,
esattamente da Casumaro di Cento, altro che incidente casuale come si voleva
far credere (pagina 371 dell'opera citata - Memoriale di Beltrami)
2. Beltrami nel memoriale dice come fu fatto trasferire un tenente dei
carabinieri che faceva troppo bene le indagini e come intervenne sul
questore per fargli sviare le indagini.
3. Balbo entra in scena subito, il giorno dopo e non solo al processo come
si voleva far credere, la mattina dopo e cercò addirittura di far passare il
delitto come un'affare di donne, e affermò davanti al corrispondente del
giornale "AVVENIRE D'ITALIA" che possedeva le note di modiste e di sarte che
avevano fornito indumenti femminili a Don Minzoni. Questo era l'uomo Balbo !
(pagina 375).
4. Le famose indagini praticamente non ci furono, ci furono pressioni sul
giudice istruttore e alla fine gli imputati furono prosciolti in
istruttoria. Dice testualmente il documento "Finora l'assassinio di Don
Minzoni è rimasto avvolto nel mistero per opera e per l'autorevole volontà
di sua eccellenza Balbo." Certo non c'è la prova che lo abbia ordinato
direttamente Lui, ma c'è nè abbastanza per dire che ne fu complice fino in
fondo.
5. Circa le "colpe socialiste", a pagina 378, si parla di spedizioni
organizzate dal Viminale, ossia dal ministero dell'interno, questo giusto
per riportare le cose a posto.
Inoltre nelle pegine relative al consolidamento del fascismo a Ferrara, si
parla di come il fascismo fu uno strumento del potere latifondista a danno
dei braccianti, di come le promesse di favorire i piccoli coltivatori furono
solo fumo negli occhi e di come il fascismo aveva la compolicità della
polizia e della prefettura ancora prima di andare al potere. L'elenco può
aumentare senza sosta. Ma non voglio infierire, come volevasi dimostrare si
trattava di un caso di revisionismo sui libri non letti.
sto per postare, in quanto un epigono di pura marca fascista che con la
storia non ha molta dimestichezza, ha citato sempre quale prova
inconfutabile della cristallinità di Italo Balbo circa i fatti accaduti nel
1923 a Ferrara, e l'estraneità di questi nel delitto Don Minzoni. Non solo,
ma ha asserito che le responsabilità anadavno ripartite equamente tra
Socialisti (??) e fascisti, che peraltro Don Minzoni fu vittima per caso di
una sola bastonata datagli con un bastone da passeggio. A riguardo, ha
citato, a sproposito la biografia di Giorgio Rochat edita da UTET, e non si
è potuto fare altro che andare a comprarla e leggerla. E cosa abbiamo
scoperto ?
1. L'aggressione a Don Minzoni fu tutt'altro che un incidente, bensì fu
un'agguato organizzato dai due luogotenenti di Balbo, Raoul Forti comandante
della legione della Milizia di Ferrara e da Augusto Maran. La cosa fu
organizzata al punto tale che furono fatti venire da fuori Ferrara 2 militi,
esattamente da Casumaro di Cento, altro che incidente casuale come si voleva
far credere (pagina 371 dell'opera citata - Memoriale di Beltrami)
2. Beltrami nel memoriale dice come fu fatto trasferire un tenente dei
carabinieri che faceva troppo bene le indagini e come intervenne sul
questore per fargli sviare le indagini.
3. Balbo entra in scena subito, il giorno dopo e non solo al processo come
si voleva far credere, la mattina dopo e cercò addirittura di far passare il
delitto come un'affare di donne, e affermò davanti al corrispondente del
giornale "AVVENIRE D'ITALIA" che possedeva le note di modiste e di sarte che
avevano fornito indumenti femminili a Don Minzoni. Questo era l'uomo Balbo !
(pagina 375).
4. Le famose indagini praticamente non ci furono, ci furono pressioni sul
giudice istruttore e alla fine gli imputati furono prosciolti in
istruttoria. Dice testualmente il documento "Finora l'assassinio di Don
Minzoni è rimasto avvolto nel mistero per opera e per l'autorevole volontà
di sua eccellenza Balbo." Certo non c'è la prova che lo abbia ordinato
direttamente Lui, ma c'è nè abbastanza per dire che ne fu complice fino in
fondo.
5. Circa le "colpe socialiste", a pagina 378, si parla di spedizioni
organizzate dal Viminale, ossia dal ministero dell'interno, questo giusto
per riportare le cose a posto.
Inoltre nelle pegine relative al consolidamento del fascismo a Ferrara, si
parla di come il fascismo fu uno strumento del potere latifondista a danno
dei braccianti, di come le promesse di favorire i piccoli coltivatori furono
solo fumo negli occhi e di come il fascismo aveva la compolicità della
polizia e della prefettura ancora prima di andare al potere. L'elenco può
aumentare senza sosta. Ma non voglio infierire, come volevasi dimostrare si
trattava di un caso di revisionismo sui libri non letti.