Post by KarlaPost by Maurizio PistoneCome spesso capita agli intelletti superiori, anche Tommaso d'Aquino era
preso in giro dai suoi confratelli. Un giorno gli dissero: Guarda, un
asino che vola! E lui si precipitò alla finestra a guardare. Tutti
risero, allora lui disse: Preferisco credere che gli asini possano
volare, ma non che un frate domenicano possa mentire.
Non mi ricordo chi me l'ha raccontata, e non so se è vera.
Anche se non fosse vera (e non lo è), è ben inventata. :-))
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Certo è un fatto: l'asino nel Medioevo era una specie di "star".
Aveva cominciato Pietro Ispano, poi diventato Papa col nome di
Giovanni XXI.
Aveva coniato la frase "Isti asini sunt episcopi". Se lo diceva lui
che era Papa, c'era da credergli. In realtà la frase si trova nelle
"Summulae logicales" e l'espressione viene indicata come una fallacia,
in quanto si equivoca sul maschile plurale e sul genitivo singolare.
Infatti Pietro Ispano dice che il vero significato è, tradotto in
italiano, "questi asini sono del vescovo". Però rimane sempre il
dubbio se potesse avere anche l'altro significato. Sta di fatto che le
"Summulae logicales" le aveva scritte prima di diventare Papa.
Con l'asino andò avanti Ockham che aveva portato come esempio del
volontarismo il fatto che se Dio voleva si poteva incarnare in un
asino.
Infine c'è la storia dell' "Asino di Buridano". Com'è noto non è stato
Buridano a tirar fuori la storia dell'asino, ma qualcuno che lo voleva
sfottere. Infatti Buridano aveva affermato che davanti a una scelta,
uno si muove verso il bene superiore. Se invece deve scegliere tra due
beni di valore uguale, allora rimane indifferente. Ecco allora che
qualcuno tira fuori la battuta dell'asino affamato che deve scegliere
tra due sacchi di fieno di uguali dimensioni e muore di fame, perché
rimane indifferente all'uno e all'altro perché sono uguali.
Giorni fa c'era in edicola il volumetto di Miglio "L'asino di
Buridano". Non l'ho letto, ma deve trattarsi di propaganda politica.
Ho chiesto all'edicolante cosa farebbe se avesse da scegliere tra un
pezzo da 500 Euro da una parte e un altro pezzo da 500 Euro
dall'altra. La risposta ovvia è che li avrebbe presi tutti e due.
Aveva ragione perciò chi coniò l'espressione "L'asino di Buridano".
Perché Buridano disse una sciocchezza: non esistono mai due cose
eguali o equivalenti. Perché esiste sempre un "quid", magari
impercettibile o anche soggettivo, che fa propendere per l'uno,
piuttosto che per l'altro.
Saluti
Dario Bazec